Un’occupazione come forma di partecipazione civile.
A Siena gli studenti del Liceo Classico Enea Silvio Piccolomini e del Liceo Artistico Duccio di Buoninsegna hanno dato vita a un’occupazione che si discosta dai toni di protesta tradizionali per diventare uno spazio di riflessione collettiva, confronto e responsabilità. Dopo l’avvio di ieri sera all’Artistico, anche il Piccolomini si è unito oggi all’iniziativa.
Gli studenti parlano di “un’occupazione pacifica e costruttiva”, interamente autogestita e regolata da norme interne che tutelano luoghi e materiali scolastici. Al Liceo Artistico, per esempio, le aule di informatica e i laboratori non utilizzati sono stati chiusi, mentre le opere esposte nei corridoi sono state coperte dagli stessi studenti per proteggerle.

Tra le motivazioni alla base dell’occupazione, gli studenti inseriscono anche una presa di posizione sulla questione palestinese e più in generale sul ruolo della scuola nella costruzione del pensiero critico.
“Purtroppo il sistema scolastico si sta allontanando sempre di più da tutto ciò – affermano in un documento condiviso – confermando il suo declino con il disinteresse e il silenzio di fronte al genocidio in atto in Palestina. Chiediamo una scuola più coinvolta e più libera, distante da un governo che, a nostro avviso, continua a sostenere economicamente Israele anche attraverso l’industria bellica”.

Gli studenti chiedono che la scuola “non resti apatica o indifferente davanti alla sofferenza dei civili, alle vittime tra bambini, donne, uomini, medici, insegnanti e giornalisti”. “Vogliamo una vera pace e un cessate il fuoco duraturo – scrivono – non accordi di comodo tra potenti. Basta apatia, basta indifferenza”.
Dal Piccolomini arriva anche la riflessione di uno studente, Davide Gonzi:
“Il sistema politico internazionale non ricerca la pace, e la scuola non aiuta a costruire il cittadino del domani. Si segue solo il programma, senza mai parlare di attualità. Noi vogliamo defibrillare l’attivismo civico, ridargli vita”.
Il programma dei prossimi giorni è denso di incontri e lezioni autogestite: workshop sull’immigrazione con la Corte dei Miracoli, collegamenti con il Rettore di UniStraSi Tomaso Montanari, con giornalisti e docenti universitari, dibattiti su lavoro, disinformazione, conflitti e diritti umani.
“Non vogliamo negare il diritto a imparare – sottolinea Giulia Brandani – ma ampliare il significato della scuola. È il luogo dove si forma il pensiero critico, e dove anche opinioni diverse possono incontrarsi e confrontarsi”.

Le attività proseguiranno fino a venerdì 31 ottobre, con l’obiettivo di lasciare una traccia positiva: un’esperienza di cittadinanza attiva e di dialogo, che – dicono gli studenti – “non divide, ma costruisce”.