Tutto si è consumato in pochi minuti, nella notte tra il 21 e il 22 agosto del 2023, quando una coppia di cittadini domiciliati a Chianciano Terme per lavoro, si è trovata faccia a faccia con un ladro entrato nella loro camera da letto. Un giovane straniero nordafricano, sempre del territorio termale, è imputato per rapina aggravata in concorso davanti al Tribunale di Siena, dove ieri pomeriggio si è tenuta la prima udienza presieduta dal giudice Alessandro Maria Solivetti Flacchi.
Secondo la ricostruzione della Procura, avanzata dal pm Maria Sebaste, il colpo è scattato nel cuore della notte: il malvivente, con la complicità di almeno due persone mai identificate – uno dei quali lo attendeva sotto la finestra e l’altro in auto poco distante – si è introdotto nell’abitazione approfittando di una finestra lasciata aperta per il caldo. Il cagnolino della famiglia ha iniziato ad abbaiare, svegliando la donna che, aprendo gli occhi, si è trovata di fronte lo sconosciuto intento a svuotare il comò.
Il bottino è stato consistente: fedi nuziali, collane e orecchini in oro, anelli con diamanti, zaffiri e rubini, tutto passato in fretta al complice sotto la finestra. La reazione della vittima non si è fatta attendere: il compagno ha provato a bloccare il ladro afferrandolo per una gamba e, nel tentativo di fermarlo, gli ha lanciato contro un vaso che lo ha preso di striscio. Ma il rapinatore, invece di fuggire, si è fermato sotto il balcone, proprio dove la luce di un lampione lo ha illuminato in pieno, e ha rivolto un chiaro segno di minaccia all’uomo: il gesto del pollice passato lungo la gola, a simulare uno sgozzamento. Un attimo che la vittima ha dichiarato di non poter dimenticare e che, grazie alla luce, gli ha permesso di osservare nitidamente il volto del presunto malvivente.
La mattina successiva, l’uomo ha riconosciuto lo stesso giovane in un bar di Chianciano Terme e immediatamente ha avvertito i carabinieri i quali sono riusciti a individuarlo. La donna ha raccontato in aula di aver vissuto mesi di insonnia e paura dopo l’irruzione mentre il compagno ha dettagliato tutti i momenti del furto.
Nel corso dell’udienza, l’avvocato della difesa Alessandro Betti ha incalzato tutti i testimoni, in particolare sulla dinamica dei fatti e sull’attendibilità del riconoscimento. E’ stato ascoltato anche il militare intervenuto e che ha raccolto la denuncia.
Il processo riprenderà il 4 marzo 2026, con la discussione e la sentenza. Restano ignoti i complici che avrebbero agevolato la fuga dell’imputato, la cui identificazione è stata resa possibile proprio dal gesto di minaccia sotto il lampione.
Andrea Bianchi Sugarelli