Omicidio Largo Sassetta a Siena, l'ucraino accusato in aula: "E' stata mia nipote". Il giallo del laccio della scarpa

Ascoltato dai giudici in Corte di Assise lo zio ha accusato la nipote di aver ucciso la signora Burrini: "Io ero fuori, entrato in casa lei mi ha detto di aver fatto un casino". Le impronte sul collo della vittima "l'ho toccata solo per capire se era morta". Ad aprile la discussione, sentenza a maggio

Di Claudio Coli | 11 Marzo 2024 alle 16:00

Il “contro-scarica barile” era atteso e puntualmente si è verificato: secondo l’ucraino 40enne imputato per l’omicidio-rapina a danno della signora Anna Maria Burrini, avvenuto a Siena il 26 settembre 2022, ad uccidere l’81enne sarebbe stata la nipote, 27enne, che con lui quel giorno si era recata nella casa di largo Sassetta a Siena per portare via denaro e preziosi all’anziana. Il 40enne è stato sentito oggi dalle parti in Corte di Assise, negando fermamente di aver ucciso la signora, finita nel mirino dei due già nell’agosto dello stesso anno. Un delitto che l’ucraino ha addebitato alla nipote, nonostante le ricostruzioni investigative abbiano individuato in lui l’autore materiale e la stessa giovane, nella precedente udienza, lo abbia indicato come l’assassino della donna, che è stata strangolata con un laccio.

Le dichiarazioni dello zio in aula

“All’inizio non volevo partecipare al colpo, poi mia nipote mi ha convinto. Non ho ammazzato io la signora – ha assicurato – io sono rimasto fuori mentre lei è salita su in casa. Avevamo concordato che dopo un’ora sarei dovuto salire anche io, una volta in cucina ho trovato la signora seduta col capo reclinato e ho chiesto cosa fosse successo, e lei mi ha detto che aveva fatto un casino”. Sul collo della vittima, che nei piani iniziali doveva essere narcotizzata, sono state trovate però le impronte del 40enne: “Le ho toccato il collo con due dita per sentire se era morta, come si fa nei film” è la giustificazione data.

Una versione dei fatti ben diversa dalle prime che aveva fornito agli inquirenti. “All’inizio volevo proteggere mia nipote, poi quando ho saputo che mi stava dando la colpa ho deciso di raccontare come è andata veramente. Una volta mi ha detto che se non trovava i soldi la ammazzava” ha spiegato al Tribunale. Il 40enne ha poi confermato di aver spostato il cadavere della donna sul letto di camera insieme alla nipote e di aver rovistato la casa portando via soldi e gioielli, poi ricettati. E sopratutto di essere uscito di casa insieme alla 27enne, contrariamente a quanto da lei riferito (la giovane ha detto ai giudici che lei era scappata dopo aver visto lo zio strangolare la Burrini e che lui da solo si era occupato di spostare il corpo e di asportare la refurtiva, ndr).

Il giallo del laccio

Resta un po’ di mistero intorno alla provenienza del laccio con cui è stato commesso l’omicidio, mai ritrovato. Secondo la 27enne la pezza era in mano allo zio che all’improvvisamente, in cucina, ha aggredito da dietro la signora, per il 40enne l’oggetto proviene invece dalle scarpe della nipote. “La sera dei fatti ero a casa sua – ha raccontato – sono andato a buttare una bottiglia di birra nella spazzatura e ho trovato nel cestino due scarpe Nike rosse senza stringhe, che lei mi ha detto non utilizzava più”. Un elemento che si interseca al fatto che la stessa donna ha riferito in udienza di essere andata a comprare delle scarpe nuove nelle ore successive al delitto. Circostanze particolarmente suggestive che saranno attentamente vagliate dai giudici.

I prossimi appuntamenti in aula

Chiusa oggi l’istruttoria, il processo proseguirà ad aprile quando si aprirà la discussione tra le parti e il pubblico ministero Sara Faina farà la sua requisitoria e le richieste di pene. A metà maggio è prevista, salvo slittamenti, la giornata cruciale con la Corte – composta anche dai giudici popolari – che si ritirerà in camera di consiglio per la sentenza. Accusati di omicidio premeditato e rapina, aggravati dal nesso teleologico, i due ucraini rischiano l’ergastolo.

Claudio Coli

Nato a Siena il 20-07-1990, è iscritto all'ordine dei giornalisti come giornalista pubblicista dal 25 marzo 2013. Ha iniziato a scrivere di sport, in particolare di pallacanestro, seguendo l'epopea della Mens Sana Basket negli anni duemila. È poi passato alla cronaca locale e da alcuni anni si occupa anche di cronaca nera e giudiziaria.



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