Tra gli aspetti più delicati emersi questa mattina nella prima udienza del processo per la morte di Ana Yuleisy Manyoma, particolare attenzione è stata riservata alla situazione della figlia della vittima, una bambina di dieci anni rimasta orfana in quel tragico 10 agosto 2024. La minore, per ora, non sarà tra i testi della Procura, come sottolineato dal presidente della Corte d’Assise che ha escluso la sua audizione salvo che non diventi strettamente necessario nel corso del dibattimento.
A tutelare la bambina in sede penale è l’avvocata Francesca Martini, legale della tutrice, l’avvocata Irene Bartalucci, che rappresenta la minore. L’avvocata Martini ha chiarito: “E’ una giornata particolare e delicata in quanto oggi ha inizio il procedimento penale a carico del compagno della madre. La costituzione di parte civile è già stata formalizzata fuori udienza e, insieme alle altre parti, abbiamo avanzato le nostre richieste istruttorie ammesse dalla Corte d’Assise. Siamo davanti a un percorso estremamente delicato, considerando la giovanissima età della minore. È fondamentale garantirle la massima protezione, affidandoci a una rete di supporto che possa seguirla in ogni aspetto della sua crescita”.
L’avvocata Irene Bartalucci ha aggiunto: “La situazione della bambina viene seguita con grande attenzione, soprattutto dal punto di vista dei traumi subiti. Sono già stati attivati servizi di sostegno psicologico e assistenza; sia la scuola sia la psicologa stanno offrendo il massimo supporto possibile. Nonostante questo, si tratta di una perdita enorme e difficile da elaborare per una bambina così piccola. La madre era il suo unico punto di riferimento e questa assenza non potrà essere colmata né dal processo né da una eventuale sentenza. Sappiamo che il percorso sarà lungo e complesso: il trauma è profondo. Attualmente la minore è affidata alla nonna, che si occupa di lei per la scuola, la salute e tutte le esigenze quotidiane, con il sostegno dei servizi sociali”.