Contrariamente all’opinione più diffusa e stereotipata l’Italia non è la sola porta d’ingresso in Europa per migranti e richiedenti asilo; da alcuni anni, e con valori in rapida crescita proprio in questi ultimi mesi, si è ben strutturata la cosiddetta “rotta dei Balcani occidentali”. Migranti e richiedenti asilo dalla Grecia attraversano il confine con l’Albania per spostarsi poi in Montenegro e risalire verso i Paesi del Nord Europa.
Di questa rotta, e delle modalità di accoglienza e gestione dei migranti in Albania, si è parlato in occasione del convegno “Le rotte migratorie nei Balcani occidentali. Il ruolo della Caritas nel processo di accoglienza”, organizzato dal Laboratorio sulle disuguaglianze dell’Università di Siena. “La Caritas sostiene chi affronta questi viaggi pericolosi, è nostro compito e responsabilità e far valere i loro diritti, vita e salute” sottolinea Anna Ferretti.
E a questo tema è legata la vicenda di stretta attualità dell’incremento di migranti di origine pakistana che, proprio attraverso la rotta balcanica, sono giunti a Siena. “Abbiamo accolto decine di pakistani che cercano bene e fortuna – premette il Cardinale Augusto Paolo Lojudice – Perchè vengono a Siena? Ce lo chiediamo tutti, è perchè hanno trovato qualche porta aperta, in questa linea ci impegneremo con tutte le istituzioni perchè la porta resti aperta e non sbattuta in faccia”.