Ha debuttato presto, venti anni, Gabriele Puligheddu a cui è stato dato come soprannome Granito. Un esordio non proprio fortunato, anche se di lui si parlava tanto e bene ormai da un paio di stagioni. Alla fine è la Giraffa che lo fa esordire su una cavalla non proprio facile anche lei alle prime armi. La ciambella, come si dice, non è venuta con il buco e il giovane Granito passa dalle stelle alle stalle in poche ore. In più ad agosto non si presenta alla Tratta e come da regolamento viene squalificato. “Non lo sapevo, è stato tutto così rapido che non mi sono neanche reso conto di cosa fosse il Palio e tutto quello che lo circonda”.
E’ felice di aver avuto la fortuna di poter indossare un giubbetto ma sa bene che ha fatto molti sbagli. “Adesso lavoro qui nella scuderia di Massimo Milani e mi sta insegnando molto sul Palio e su come ci si deve comportare, sembrano piccolezze ma sono i particolari che poi fanno la differenza e io sono qui per imparare e spero in una nuova occasione”.
Fin da bambino Gabriele Puligheddu sognava il Palio, lo guardava alla tv ne voleva seguire le gesta dei sui conterranei giunti al successo: “Il mio idolo è Giovanni Atzeni, lo guardo e lo riguardo da sempre nei suoi palii, è il migliore”.
Una passione nata come succede spesso in Sardegna perché si cresce in terra di cavalli: “Babbo mi regalò un cavallino della Giara per Natale quando ero piccolo, compresa sella e finimenti. Una sella che non ho mai messo ho sempre montato a pelo fin da piccolino”. E’ una parte del racconto della sua vita che Puligheddu ha fatto ai microfoni di Siena Tv, nella puntata di ieri di “Una Vita da Fantino”, la trasmissione condotta da Viola Carignani, va in onda ogni sera alle 22 su Siena Tv e in replica il giorno successivo alle 14.10.
