Palio di Siena, l'artista Riccardo Manganelli: "Un Drappellone da Senese, un qualcosa che va oltre le emozioni e l'orgoglio"

L’artista senese racconta la genesi dell’opera tra memoria familiare, amore per la Contrada e devozione alla Madonna di Provenzano

Di Redazione | 26 Giugno 2025 alle 19:56

Con emozione e gratitudine, Riccardo Manganelli, artista senese incaricato di realizzare il Drappellone per il Palio del 2 luglio 2025, ha condiviso le sue riflessioni alla vigilia della presentazione ufficiale dell’opera. Un discorso ricco di riconoscenza, memoria familiare e un forte senso di appartenenza, in cui l’artista ha voluto raccontare il percorso interiore che lo ha guidato nella creazione del Cencio.

“Vorrei innanzitutto ringraziare il Sindaco, l’Amministrazione Comunale e la Commissione per la valutazione dei progetti, per l’opportunità che mi è stata data affidandomi la realizzazione del Drappellone per il Palio del 2 luglio 2025”. Ha esordito Manganelli, sottolineando anche il supporto fondamentale dell’Ufficio Palio e dell’Ufficio Economato.

Per l’artista, nato e cresciuto a Siena, l’incarico rappresenta molto più di un traguardo professionale: “Per un senese che ha sempre vissuto la Contrada da generazioni, realizzare il Drappellone è qualcosa che va oltre le emozioni e l’orgoglio naturale: emergono sensazioni difficili da esprimere a parole”. Sensazioni che ha tentato di tradurre in immagini e colori: “Ho cercato di renderle con il pennello e con i colori stessi nel drappo che sarà sul Carroccio il 2 luglio. Spero che almeno in parte queste emozioni riescano a trasmettersi anche agli altri”.

L’opera, ha spiegato, nasce da una lunga eredità artistica e familiare. “Il senso di questo lavoro viene da lontano: parte da mio nonno Adige e da mia mamma Giuliana, entrambi pittori, che mi hanno insegnato prima ancora a usare il pennello che a leggere e scrivere”. Un filo che si estende anche al padre Giuliano, con la sua passione per l’architettura e la prospettiva, che ha influito in modo profondo sulla visione compositiva del figlio.

“Tutto questo l’ho riversato nella seta – ha proseguito – con i colori della nostra terra: dalle Terre di Siena alle terre d’ombra, colori che porto dentro da sempre, con cui sono cresciuto”.

Particolarmente toccante è stato il riferimento alla Madonna di Provenzano, fulcro spirituale e simbolico del Palio di luglio. “Ha per me un valore particolare, fortissimo. È l’icona che ferma le pallottole e punisce chi spara contro figure inermi. In questo gesto, per me, si manifesta un significato taumaturgico, un movente bellissimo. Il mito fondante prende il sopravvento sul fatto realmente accaduto e diventa una testimonianza di pace che ci protegge dalle mostruosità del mondo”.

Infine, Manganelli ha voluto chiudere il suo intervento con un ringraziamento personale: “Permettetemi infine di ringraziare la Contrada del Nicchio ed esprimere gratitudine ai membri della Commissione per il loro sostegno morale durante questi tre intensi mesi di lavoro e impegno”.

Con la presentazione del Drappellone ormai alle porte, cresce l’attesa per scoprire l’opera di un artista che ha saputo fondere memoria, identità e arte in un simbolo eterno del popolo senese.



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