Palio di Siena: le prime parole di Fabio Giustarini capitano del Nicchio

L'unico nome ufficiale, per il momento, è quello del veterinario Giuseppe Incastrone

Di Viola Carignani | 22 Novembre 2025 alle 21:55

Palio di Siena: le prime parole di Fabio Giustarini capitano del Nicchio

Il Palio deve essere un divertimento e nel divertimento ci sta tutto: perdere e vincere”.

Una frase semplice, chiara, che rappresenta lo spirito del Palio di Siena.

Sono le parole di Fabio Giustarini capitano, appena insediato, della Nobile Contrada del Nicchio.

Ringrazio tutti, la contrada mi ha dimostrato stima, affetto e fiducia e mi ha dato la forza per rimettermi in gioco dopo vent’anni”.

Fabio Giustarini viene richiamato dal popolo dei Pispini per ricoprire l’incarico di capitano che fu suo dal 1996 al 2005 con la vittoria, l’ultima del Nicchio, del 16 agosto del 1998 con il cavallo Re Artù e il fantino Dario Colagé detto Il Bufera.

E’ contento Giustarini, e pieno di entusiasmo. Torna a fare il capitano con la fresca vittoria dell’avversaria Valdimontone e un digiuno del Nicchio di ventisette anni.

“La vittoria dell’avversaria fa parte del gioco, bisogna sdrammatizzare e saper affrontare anche le “purghe”, non ce ne possiamo fare una malattia e lo dico per esperienza personale, le malattie sono un’altra cosa. Se vince l’avversaria io cerco di rivincere”.

Le sue parole sono serene e il tono della voce allegro.

“Ho chiamato Aldo (Aldo Nerozzi capitano del Valdimontone ndr) al telefono dopo la vittoria e gli ho fatto i complimenti come uomo perché anche lui ha passato momenti tristi della sua recente vita e gli ho detto che si meritava questa soddisfazione. Ho aggiunto che come contradaiolo del Nicchio non era per niente contento”, ride mentre racconta e aggiunge: “Anche Aldo mi ha chiamato appena ha saputo della mia elezione per farmi le sue congratulazioni ma non gli auguri” e ride ancora.

Fabio Giustarini e Aldo Nerozzi si conoscono da una vita e il racconto di queste telefonate non fa che testimoniare cosa sia il Palio e cosa siano i suoi valori.

Entrando nel palio di oggi, abbiamo chiesto a Giustarini se in questi vent’anni sia cambiato qualcosa.

“No il Palio non è cambiato: ci vuole fortuna, un cavallo buono e un fantino capace, mi sembra che gli ingredienti siano sempre gli stessi”.

Si parla tanto di supremazia dei fantini che il Palio sia gestito più da loro che dalle contrade.

“Ero mangino nel 1984, a quel tempo era Aceto che la faceva un po’ da padrone, poi c’è stato Trecciolino, poi Tittia. C’è sempre un fantino più forte e ci sono sempre stati quelli che io chiamo “gli orticelli”, è cambiato poco”.

A proposito di Tittia, avete un rapporto che dura da tanti anni.

“A Siena lo ha portato Luigi Bruschelli, io ho subito intravisto la stoffa di questo ragazzino di diciassette anni e gli feci la promessa che gli avrei fatto fare una prova appena raggiunta la maggiore età. Così è stato e dal quel giorno il nostro è sempre stato un rapporto di amicizia e rispetto. Spero di avere in sorte un cavallo buono e poterlo montare per finire il discorso del 2005”.

Ancora nessun nome per tenenti e stalla, ma quello del veterinario, sì.

Sì, gli unici nomi ufficiali al momento sono quelli del medico veterinario Giuseppe Incastrone e del maniscalco Gabriele che è con noi da tanti anni”.

Come arriva la scelta di Incastrone?

“Con Beppe ci conosciamo da tempo e si tratta di un professionista con una lunga e provata esperienza con i cavalli da Palio. Ha finito il suo rapporto con la Tartuca dove è stato oltre trent’anni con ben sette vittorie e poi l’esperienza come professionista del Comune di Siena. Può fare la differenza, ma ci vuole comunque un cavallo buono. I fantini, che oggi sono dei professionisti, si fidano di certe persone anche se i miracoli non li fa nessuno. E poi non ci dimentichiamo che abbiamo anche un protocollo ben preciso da rispettare e ci vuole un veterinario che sappia cosa fa, oggi il Palio non è più come una volta quando si faceva tutto in casa. Oggi la stalla deve avere figure di alto profilo”.

Viola Carignani

Faccio questo mestiere dal 1994 e ogni giorno imparo qualcosa di nuovo perché sono sempre con la gente e tra la gente. I cavalli del Palio sono la mia passione.



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