Palio di Siena. Valdimontone, sei tu la stella: la magia della 49ª vittoria illumina i Servi

Tremila cuori in festa per Gingillo e Anda e Bola. Luci, emozioni ed il barbero che attraversa la Basilica: il popolo rosa ha vissuto la notte più bella

Di Redazione | 5 Ottobre 2025 alle 15:03

Palio di Siena. Valdimontone, sei tu la stella: la magia della 49ª vittoria illumina i Servi

Certe sere restano impresse per sempre. Quella di sabato 4 ottobre 2025, sotto la maestosa Basilica dei Servi, è stata una di quelle: la Cena della Vittoria del Valdimontone, che ha celebrato la 49ª conquista del Palio, corso il 16 agosto e vinto con Anda e Bola montato da Giuseppe Zedde, detto Gingillo, è stata un’emozione che ha attraversato ogni vicolo, ogni tavolo, ogni sguardo.

Tremila contradaioli hanno preso parte alla serata, che la contrada ha voluto cucinare e organizzare interamente da sé, in un abbraccio corale di orgoglio e appartenenza.

L’ingresso, da Via San Girolamo, era un viaggio nella magia: la strada, sormontata da una gigantografia di Gingillo a nerbo alzato, si era trasformata per l’occasione in una miniatura di Piazza del Campo, con tufo in terra, steccati e colonnini. Semi-oscurità e luci soffuse esaltavano le proiezioni delle foto dei contradaioli sui palchi su Palazzo Bianchi, mentre in fondo a Via dei Servi una grande foto in bianco e nero dell’abbraccio tra Gingillo e il Capitano Aldo Nerozzi, lasciava spazio solo a loro due, colorati, sotto un tappeto di stelle.

Cavalli e stelle volanti, fasci di luci rosa, i pratini della Società e la via di Valdimontone brillavano come in un sogno. E sotto la Basilica, il concone della dirigenza con in mezzo il barbero vittorioso, campeggiava la scritta:
“Valdimontone, sei tu la stella”, accompagnata dal numero 49, come i palii vinti.

Poi, alle 20.40, il momento che nessuno dimenticherà. Le luci si spengono, cala il silenzio. Si sente solo il ritmico battere degli zoccoli: Anda e Bola attraversa la Basilica dei Servi, percorre la navata e varca la porta principale, mentre le immagini in diretta scorrono sui maxischermi e sulla facciata della Basilica. Un brivido collettivo, un’emozione che ha unito generazioni.

Dall’alto, un drone ha immortalato la serata, catturando le immagini del campanile illuminato di bianco, rosso e giallo. Poi i messaggi di congratulazioni delle consorelle e i quattro video proiettati sulla Basilica — tra ironia, ricordi e orgoglio — hanno fatto scorrere sorrisi e qualche lacrima.
Accanto a questi, la facciata dei Servi si è trasformata in un palcoscenico di luce: i barberi del Montone, cavalli stilizzati che galoppavano, e l’immagine della Madonna dipinta sul Cencio dal pittore Francesco De Grandi si sono intrecciati in una danza visiva di grande suggestione, simbolo di fede, forza e appartenenza.

L’ultimo video sul Giubilo, sulle note di “Nonostante tutto” di Cremonini ed Elisa, ha trasformato il popolo del Montone in un unico coro di gioia.

Il Priore Alberto Benocci ha ringraziato la contrada e il suo popolo, seguito da Gingillo, che ha ricordato come questa vittoria sia nata da un legame sincero e profondo con la contrada: «Questo Palio non era scontato — ha detto — e ho partecipato a quasi tutti i cenini”
Poi la parola al Capitano Aldo Nerozzi, che ha aperto il suo discorso con la celebre frase di Tripolino Torrini: “del Palio mi è rimasto un taglio nell’anima a forma di sorriso”.

Presente al tavolo della dirigenza anche Massimo Spessot, priore dell’Onda alleata, che ha portato in dono un porta-Palio realizzato da Guido Bellini, con la collaborazione tecnica di Claudio Guerrini, Stefano Neri e Laura Brocchi.

Poi, quando il cielo sopra i Servi si è acceso di fuochi d’artificio, tremila calici si sono alzati in un brindisi collettivo.

Ma la festa non finisce qui: il popolo rosa continuerà a festeggiare per tutta la settimana, fino a sabato 11 ottobre, con la festa del rione “Serviland, un montone da favola”, pronta a far risplendere ancora una volta l’orgoglio e l’allegria del Montone.

 

Elena Pianigiani



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