Le ultime notizie e dichiarazioni dello stesso sindaco di Siena Luigi De Mossi sembrano far pensare che il 2022 possa essere l’anno in cui finalmente i senesi potranno tornare a vedere il tufo in Piazza del Campo per correre il Palio che manca ormai da due anni. Non correre è una situazione anomala per i senesi, che si era verificata in passato soltanto negli anni della seconda guerra mondiale, dal 1940 al 1945.
Le due situazioni, a livello puramente paliesco, possono essere comparate? “Alcune similitudini ci sono – spiega Luca Luchini per Siena Tv – è vero che abbiamo sospeso il Palio per 2 anni, allora per 5, ma le situazioni della città e della cittadinanza erano ben diverse. L’altra similitudine può essere quando all’inizio del 1944 Siena fu liberata, venne chiesto di fare subito il Palio e l’amministrazione comunale si oppose perché c’era ancora la guerra in corso. Un’altra similitudine tra allora e ora potrebbe essere quella della mancanza di cavalli esperti. Oggi ci lamentiamo perché la maggior parte dei cavalli non ha potuto fare l’addestramento; allora, nel primo Palio del dopoguerra, su 10 cavalli che andarono al canape 9 erano esordienti, con solo il grande Folco che aveva già assaggiato il tufo”.
C’è però un altra similitudine da trattare, quella che riguarda le squalifiche. Il sindaco De Mossi non ha nascosto la volontà di considerare la possibilità di un amnistia per le tre contrade che devono scontare uno o più Palii di squalifica (Oca, Tartuca e Nicchio) vista la straordinarietà del momento storico che ha visto le contrade lontane dalla Piazza per due lunghi anni. Una possibilità che dovrà essere discussa in primis con le contrade stesse, che dovrà prendere in considerazione anche la presenza o meno di un Palio Straordinario.
A questo proposito, quale fu la situazione per quanto riguarda le squalifiche nel dopoguerra?
Quando nel 1945 si riprese il Palio non ci furono grandi problemi per gli ordinari. L’ultima estrazione delle contrade venne fatta il 9 Giugno del 1940, il giorno prima che venisse dichiarata la guerra, quindi quando si arrivò a correre a Luglio del 1945 si conoscevano già le contrade che sarebbero state al canape in quanto già estratte 5 anni prima. “I problemi sorsero quando la città chiese di fare un Palio Straordinario per la fine della guerra, un palio che il Comune non voleva fare perché non aveva molti soldi, che fu quasi forzato ma alla fine venne corso” spiega Luchini.
Come la storia insegna, quello Straordinario, denominato Palio della Pace, fu tutto tranne che pacifico. La vittoria del Drago con Rubacuori e Folco scatenò l’ira dei brucaioli, che strapparono il cencio. Protagonista fu anche la Tartuca che, dopo una mossa falsa che l’aveva vista uscire prima dai canapi, decise di ritirare il cavallo e non prendere parte alla corsa. “Come conseguenza di quel Palio turbolento – prosegue Luchini – Tartuca e Bruco vennero squalificate, la prima fino a tutto il 1946 e la seconda anche per tutto l’anno successivo. Nella primavera del 1946 però le due contrade chiesero al Comune un atto di generosità perché erano già state ferme come tutte 5 anni e, secondo loro, non era giusto che continuassero a stare fuori. L’amministrazione comunale decise di concedere l’amnistia a Bruco e Tartuca, pur specificando che si trattava di un fatto estremamente eccezionale e soltanto per pacificare gli animi tra le contrade, per riportare un po’ di serenità dopo gli anni della guerra”.
Un situazione un po’ diversa dunque, che dimostra però come esista un precedente di amnistia nella storia del Palio, riguardante comunque una situazione eccezionale e straordinaria come quella vissuta negli anni della guerra, che videro Siena privata del Palio per cinque lunghi anni.
(Foto: ilpalio.org)