La tre giorni del Partito Democratico a Montepulciano non è stata soltanto l’occasione per consacrare Elly Schlein come candidata premier in vista del 2027. Dietro l’immagine di un PD unito e plurale, mostrato sul palco dalla segretaria, restano infatti aperte alcune frizioni interne, soprattutto sul fronte toscano e locale. A partire dal malcontento del PD senese per la mancata rappresentanza in Giunta regionale dopo la riassegnazione delle deleghe del governo Giani.

A Montepulciano, a pochi metri dal palco dove Schlein ha ribadito sintesi e coralità, i due segretari Andrea Valenti, provinciale, ed Emiliano Fossi, regionale, hanno offerto due idee diverse dello stato del partito e del percorso da costruire nei prossimi mesi.
Per il segretario provinciale di Siena, l’evento è stato motivo di orgoglio e un’occasione per riportare al centro dell’agenda nazionale un territorio che negli ultimi mesi ha avvertito un certo isolamento politico.
Valenti parla di “tre giornate bellissime”, con oltre 120 interventi e migliaia di presenze, e rivendica il ruolo della provincia nel consolidare il centrosinistra: “Siamo il territorio con il risultato più alto per PD e coalizione alle ultime regionali. L’alternativa si costruisce nella concretezza, girando il territorio”.
Ma il nodo politico senese resta sempre evidente: quello della rappresentanza negata alla provincia di Siena nella nuova Giunta Giani.
Valenti non usa giri di parole, soprattutto a pochi giorni di distanza dalla Direzione del Partito Democratico con la presenza anche del Segretario Regionale Fossi, a cui non sono state risparmiate forti critiche: “È stato necessario fare quella direzione e dire le cose con chiarezza. Siena è sotto-rappresentata nel governo regionale per il risultato, per lo sforzo fatto. Poi il ruolo di capogruppo PD a Simone Bezzini è un ruolo centrale, quindi svolgerà un’azione politica forte e da qui ripartiremo per far valere le nostre istanze”.

Di tono diverso la lettura del segretario regionale Emiliano Fossi, che a Montepulciano sceglie una linea più diplomatica. Per lui, l’evento è soprattutto il segno di un PD che sa discutere e alimentare idee per costruire l’alternativa nazionale alla destra.
“È molto bello il livello del dibattito, dei temi e delle proposte. Ora è il momento dei contenuti, in vista del 2027. Il PD è fatto di varie sensibilità, che in questi anni sono riuscite a stare insieme. Questa è ricchezza, non divisione”.
Sulle polemiche interne legate alla composizione della Giunta toscana, il segretario regionale riconosce i malumori, ma invita a guardare al quadro più ampio:
“È normale che nelle fasi di composizione delle liste e delle giunte ci siano state fibrillazioni. Ma il PD ha vinto le regionali con il 35%, la Toscana è stata decisiva per la riscossa del centrosinistra. Ascolteremo i territori e ripartiremo insieme”.
Una linea che punta a calmare le acque, senza aprire ulteriori fronti interni.
Il confronto Valenti-Fossi mette in evidenza una frattura di sensibilità più che di linea politica.
Da un lato Siena, che rivendicava spazio e peso dopo il risultato ottenuto alle urne; dall’altro la segreteria regionale, che oggi chiede di evitare contrapposizioni e spostare il baricentro del dibattito sulle prossime sfide.
La convention di Montepulciano, con la sua carica simbolica nazionale, ha fatto emergere questa doppia prospettiva. E ora il PD toscano, galvanizzato dalla presenza e dalle parole di Schlein, dovrà decidere come trasformare il pluralismo dichiarato in una reale capacità di sintesi.
Perché la corsa verso il 2027, come ha ribadito la segretaria, passa anche da qui: dai territori, dalle loro istanze e dalla capacità del partito di farle convivere in un’unica direzione politica.