Personale docente a tempo indeterminato, la Cgil Siena protesta: "Attribuiti meno del 50% dei posti disponibili"

Il sindacato plaude invece al metodo usato per il sostegno, che porta alla copertura totale

Di Redazione | 4 Agosto 2023 alle 17:40

Personale docente a tempo indeterminato, la Cgil Siena protesta: "Attribuiti meno del 50% dei posti disponibili"

La Flc Cgil di Siena esprime profonda preoccupazione per l’esito delle nomine a tempo indeterminato del personale docente: dopo un primo turno di nomina che ha visto scorrere le graduatorie di merito dei concorsi, ordinario e straordinario, è stato attribuito meno del 50% dei posti disponibili (169 su 345  complessivamente, di cui 28 su 41 alla scuola materna, 29 su 57 alla scuola elementare, 38 su 66 alle scuole medie e 69 su 181 alle scuole superiori).

“Fino all’anno scorso ci mancavano le graduatorie, perché la maggior parte delle procedure concorsuali bandite nel 2020 non era giunta a conclusione a
causa dell’emergenza sanitaria” – afferma la Segretaria Generale Anna Cassanelli. “Quest’anno, in cui le graduatorie ce le avevamo tutte, i risultati desolanti delle immissioni in ruolo del personale docente sono sotto gli occhi di tutti. Mi pare evidente – continua Cassanelli – che sia venuto il momento di interrogarci su cosa non funzioni nel nostro sistema di reclutamento perché quello attuale, basato su concorsi regionali, non dà alcuna garanzia di stabilizzazione al personale docente precario e, di conseguenza, non dà stabilità alle scuole”.

“Sono fermamente convinta – conclude la Segretaria – che il problema siano prima di tutto i concorsi in sé e per sé, i quali, oltre a produrre le graduatorie in tempi biblici perché muovono macchine burocratiche troppo complesse, operano una scrematura eccessiva dei candidati, tra l’altro non selezionandoli sulle effettive competenze. Un altro problema è rappresentato senz’altro dal fatto che i concorsi sono su base regionale e questo fa sì che molti docenti, non più giovani, ottengano il ruolo in un’altra provincia e siano costretti a rinunciarvi per l’impossibilità di sostenere le spese di una seconda casa e di conciliare il lavoro con la
vita familiare. Occorre istituire quanto prima percorsi abilitanti universitari, come già sperimentato con il modello della SSIS prima e del TFA dopo, e costituire graduatorie per le immissioni in ruolo su base provinciale. Avviene già così per il sostegno e non a caso, ormai da anni, in questo settore vengono coperti tutti i posti disponibili per il ruolo”.



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