Pienza condivide la legge "salva centri storici"

Il sindaco Manolo Garosi si unisce al coro di sindaci di città d'arte e turistiche come quelli di Firenze e Bologna e sottoscrive la proposta di legge per regolamentare il fenomeno degli affitti brevi

Di Redazione | 12 Aprile 2023 alle 9:00

È uno dei luoghi più visitati della provincia di Siena, che gode di ben due riconoscimenti Unesco. Si tratta della Città di Pienza, città ideale di Pio II, il cui centro storico e il paesaggio della Val d’Orcia, nel quale è inserito, sono stati riconosciuti patrimonio Unesco rispettivamente nel 1996 e nel 2004. Per questi due aspetti caratteristici e per la sua storia, Pienza è meta ambita da una moltitudine di turisti, provenienti da tutto il mondo. Un afflusso di gente che fa bene all’economia locale, ma meno all’anima dei centri storici, che stanno registrando da anni una proliferazione degli affitti turistici a breve termine. Per questo anche il comune della Val d’Orcia ha deciso di sposare la battaglia intrapresa dai sindaci di Firenze e Bologna che hanno proposto l’introduzione di una legge cosiddetta “salva centri storici”.

“Per il nostro piccolo appoggiamo la proposta di legge, anche nella raccolta di firme che sta alla base della proposta legislativa – ha detto il sindaco Garosi a Siena Tv -. Il nostro centro, nei week end estivi e nei ponti festivi è invaso letteralmente dai turisti e questo è positivo perchè l’economia della nostra zona vive di turismo e di commercio. D’altro canto però ci sono degli accorgimenti da prendere, che noi, come comune abbiamo già adottato”.

Una legge che possa concedere alle Amministrazioni locali più strumenti in grado di regolamentare commercio, programmazione turistica e soprattutto incentivare i proprietari di case e appartamenti a scegliere affitti a lunga scadenza in modo da richiamare residenti nei centri storici. In questo senso il Comune di Pienza si è già mosso applicando alcune scelte che vanno nella direzione per ritrovare quell’identità tipica di un tempo.

“Abbiamo bloccato i cambi di destinazione d’uso indirizzando la possibilità di cambiare l’uso da residenziale domestico esclusivamente il settore artigianale locale, cercando quindi di impedire aperture di nuovi esercizi commerciali di prodotti tipici locali o di ristorazione. Abbiamo messo in campo già alcuni strumenti, ma sono elementi che vanno portati avanti a livello nazionale e che ci sentiamo di condividere ad un livello legislativo superiore a quello comunale”.



Articoli correlati