Ponte Nove Luci, presentato il Documento di Fattibilità. La scelta politica della Regione per restituire dignità alla Val d’Orcia

Carletti: “Scelta politica che dimostra cosa significa Toscana diffusa”, Franceschelli: “Progetto identitario, importante per tutta la viabilità del sud della provincia”

Di Lorenzo Agnelli | 12 Dicembre 2025 alle 21:45

Ponte Nove Luci, presentato il Documento di Fattibilità. La scelta politica della Regione per restituire dignità alla Val d’Orcia

Il Ponte Nove Luci in Val d’Orcia si avvia verso una nuova vita. La Provincia di Siena ha approvato il Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali (DOCFAP), primo passo formale e sostanziale verso la ricostruzione del manufatto storico parzialmente crollato nell’alluvione del 2012. L’opera, finanziata con 13 milioni di euro della Regione Toscana, è stata inserita nel Piano Triennale delle opere pubbliche 2025-2027. La presentazione pubblica del progetto preliminare si è tenuta a Gallina, nel Comune di Castiglione d’Orcia, davanti a una sala gremita di cittadini. Presenti la Presidente della Provincia Agnese Carletti, i Sindaci di Castiglione d’Orcia e Pienza, Luca Rossi e Manolo Garosi e il Senatore Silvio Franceschelli, ex presidente della Provincia di Siena.

Il Ponte Nove Luci, oltre a collegare Pienza e Castiglione d’Orcia, è più di un’infrastruttura: è un elemento identitario del paesaggio della Val d’Orcia, riconosciuta Patrimonio Unesco. Dal 2012, il crollo di cinque delle nove arcate in muratura ha spezzato una connessione viaria fondamentale per residenti, imprese e turismo.

Il Documento di Fattibilità individua le soluzioni migliori tra le alternative progettuali analizzate sia per il nuovo ponte stradale (140 metri di lunghezza per 14 di larghezza) sia per la nuova passerella ciclopedonale (100 metri per 4), pensata come luogo panoramico con aree sosta e punti di osservazione sull’alveo del Fiume Orcia.

L’obiettivo è duplice: ripristinare la funzionalità viaria e, allo stesso tempo, valorizzare l’area, rendendo accessibile il fiume e conservando la memoria storica del ponte originario.

Carletti: “Un progetto atteso, che dimostra attenzione ai territori”

“È un progetto che abbiamo fortemente voluto come territorio, come presidenti della Provincia, come sindaci – afferma la Presidente Agnese Carletti – e ovviamente anche grazie al lavoro di chi mi ha preceduto. La svolta c’è stata quando la Regione Toscana ha deciso di finanziare la ricostruzione con 13 milioni di euro: una scelta politica chiara, che dà valore alla Toscana diffusa“.

Carletti sottolinea come l’approvazione del DOCFAP non sia un atto tecnico, ma un momento concreto di avanzamento:

“Oggi abbiamo qualcosa di reale da mostrare alla cittadinanza: sappiamo come sarà il ponte. I tempi non sono brevi, il 2026 sarà dedicato a progettazione e indagini, ma il percorso è avviato e trasparente. Terremo informati tutti, perché questa è un’opera molto attesa e complessa, che richiede partecipazione e condivisione”.

La Presidente rimarca poi il valore politico dell’investimento regionale, facendo un’analisi chiara tra la linea della Regione e quella del Governo centrale: “È l’emblema della Toscana diffusa: scegliere di destinare 13 milioni a un’area interna significa credere davvero in un progetto più ampio, che riguarda la crescita e la tutela dei territori. Le piccole comunità non possono essere abbandonate né accompagnate alla marginalizzazione, come rischia di accadere con certe politiche nazionali caldeggiate dal Governo sulle Aree interne”.

Franceschelli: “Un ponte identitario, un’opera che racconta il territorio”

Presente in qualità di Senatore ma anche di ex Presidente della Provincia, Silvio Franceschelli ha seguito per anni il dossier sul Ponte Nove Luci.
“Oggi la Provincia può presentare un progetto che ci auguriamo di vedere realizzato nei prossimi anni – afferma –. Per il sud della provincia è un passo decisivo: dopo gli interventi sulla Cassia, con il Ponte Nove Luci e con altri interventi sulla viabilità, anche questa parte di territorio sta recuperando una normalità viaria”.

Franceschelli evidenzia le difficoltà di governance infrastrutturale e la necessità di investire sulle opere realmente utili ai territori: “Ci sono grandi opere nazionali che stanno drenando risorse, come il Ponte sullo Stretto, mentre qui parliamo di un’infrastruttura essenziale per la vita quotidiana delle persone. I lavori comportano inevitabilmente disagi, ma garantiscono stabilità per molti anni”.

Sul progetto, il senatore sottolinea la sua portata culturale oltre che funzionale: “È un progetto innovativo e identitario. La Presidente ha avuto la capacità di proporre una soluzione che tiene insieme memoria, paesaggio e mobilità: un luogo del ricordo, del riposo e al tempo stesso un’infrastruttura moderna. Rispecchia lo spirito di questa parte di Toscana: tenace, legata alle proprie radici e consapevole del valore del proprio territorio“.

Il percorso amministrativo: tempi e prossimi passaggi

L’approvazione del DOCFAP apre ora alla Conferenza dei Servizi, passaggio necessario al fine di definire tutti i pareri tecnici e ambientali. Successivamente:

  • verrà elaborato il Documento di indirizzo alla progettazione;

  • sarà bandita una gara europea per il progetto di fattibilità tecnico-economica;

  • nel 2026 è previsto il completamento dell’iter progettuale e autorizzativo;

  • nel 2027 l’avvio delle gare per i lavori.

Dal vecchio ponte rimangono in piedi le quattro arcate ancora integre: saranno il punto di partenza della nuova struttura, mantenendo un legame con l’opera originaria.

Lorenzo Agnelli

Giornalista pubblicista iscritto all'ordine dal 2020. Esperienza nel ruolo prima come corrispondente locale dalla Val d'Orcia e poi all’interno della redazione di Radio Siena Tv. Prendere parte alle discussioni e conoscere a fondo i fatti sono stati i fattori scatenanti della sua personale passione verso il giornalismo, concentrandosi principalmente sui fatti di cronaca che riguardano la collettività, come la politica e le sue incoerenze, materie da spiegare e rendere accessibili a tutti. Ama la città in cui lavora, Siena, e la sua terra, la Val d’Orcia, luogo capace di offrire bellezza paesaggistica ma anche umana, difficile da spiegare, ma che non si stanca mai di raccontare.



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