Presunto stupro Chianciano, gli avvocati degli indagati: "Grave che un processo così delicato si svolga sulla stampa"

Stiamo assistendo ad un processo mediatico quando ancora nessuno ha potuto leggere gli atti delle indagini preliminari, unici elementi su cui si può svolgere un giudizio"

Di Redazione | 5 Marzo 2024 alle 22:30

Presunto stupro Chianciano, gli avvocati degli indagati: "Grave che un processo così delicato si svolga sulla stampa"

“Oggi sono stati pubblicati sulla stampa i nomi e le foto dei nostri assistiti.

A prescindere da come si concluderanno le indagini della Procura della Repubblica – che, leggendo il suo comunicato, ha agito con solerzia e nel pieno rispetto dei diritti di tutti gli attori coinvolti – è estremamente grave che un processo che involge tematiche così delicate si svolga sui mass media quando esistono strumenti giuridici e forme di tutela molto efficaci concesse dall’ordinamento”.

Comincia così la nota a firma dei tre avvocati difensori dei giovani atleti della nazionale italiana di scherma, indagati per il presunto stupro che si sarebbe consumato nello scorso mese di agosto a Chianciano ai danni di una 17enne schermitrice a sua volta dell’Uzbekistan, Enrico de Martino, Gian Paolo Del Sasso, Matteo Antonio Starace.

“In sostanza, riteniamo che le questioni siano sia di merito che di metodo – prosegue la nota -.

Per quanto riguarda il merito, non possiamo che ribadire in questa fase niente più di quanto già dichiarato, ossia l’innocenza dei nostri assistiti i quali ribadiscono di non aver mai usato violenza a nessuno.

Per quanto riguarda il metodo, stiamo invece assistendo, nostro malgrado, a un processo mediatico quando ancora nessuno (quanto meno la difesa degli indagati…) ha potuto leggere gli atti delle indagini preliminari, unici elementi su cui si può svolgere un giudizio, ciò che svilisce la funzione forense: l’avvocato, in particolare, deve ispirarsi a criteri di equilibrio e misura nei rapporti con gli organi di informazione e a tali principi ci vogliamo attenere.

Riteniamo di non poter aggiungere altro in un contesto in cui si è addirittura arrivati a pubblicare foto e nomi di persone che ad oggi devono essere trattate da tutti come innocenti (quanto meno sino a una sentenza di condanna),che non sono neppure state attinte da una qualsiasi misura cautelare e che dunque hanno pieno diritto, come tutti i cittadini, alla riservatezza, almeno sino alla conclusione delle indagini preliminari che, salvo particolari atti, si svolgono nel segreto istruttorio.

Chiediamo dunque nuovamente attenzione e rispetto – nonché equilibrio e misura – in una vicenda delicata e dolorosa per tutti, in attesa dell’accertamento dei fatti da parte della magistratura”.

 



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