Problemi servizio emergenza urgenza in Val di Chiana, intervento della FP Cgil Siena

Lettera aperta del sindacato: "Preoccupati e rammaricati per non aver ricevuto risposte certe da parte aziendale alla nostra nota, inviata da tempo, con cui chiedevamo un intervento nella riorganizzazione di un servizio tanto importante"

Di Redazione | 30 Giugno 2021 alle 12:41

Problemi servizio emergenza urgenza in Val di Chiana, intervento della FP Cgil Siena

Servizio emergenza urgenza, la presa di posizione della Cgil Siena: “A tutela dei lavoratori e delle lavoratrici impegnati nel servizio, che siano medici, infermieri o altre figure, e del servizio stesso, la FP CGIL di Siena esprime la propria preoccupazione su quanto sta succedendo nella zona Val di Chiana, oltre al rammarico per non aver ricevuto risposte certe da parte aziendale alla nostra nota, inviata da tempo, con cui chiedevamo un intervento nella riorganizzazione di un servizio tanto importante” afferma il sindacato a nome di Lucia Barbi, Fp Cgil.

“Le tre ex Aziende Sanitarie confluite nella Usl Toscana Sud Est nel 2016 hanno tre modelli diversi di organizzazione del servizio di emergenza urgenza e ci chiediamo quali possano essere i motivi o gli interessi per i quali non sono mai stati armonizzati – prosegue – In questo periodo, poi, è stato chiesto al personale infermieristico di ricoprire dei turni lasciati scoperti dai medici nella zona Val di Chiana, senza che venissero date spiegazioni ed indicazioni chiare sulle procedure. A nostro parere, inoltre, non tutte le Postazioni di Emergenza Territoriale (PET) sono adatte ad un improvviso cambiamento di offerta sanitaria e pensiamo, ad esempio, che la PET di Sarteano e quella di Abbadia S.Salvatore siano oggettivamente troppo lontane dal Pronto Soccorso di riferimento. Siamo in emergenza, in una emergenza prevedibile e prevista, è da anni che questa organizzazione sindacale ha posto l’accento sull’anomalia della ex Usl 7 di Siena e anche in questa situazione bisogna fare delle valutazioni appropriate prima di procedere con delle scelte, scelte che devono dare risposte omogenee tra territori, eclatante è la disparità di risposta ad esempio tra la stessa Val di Chiana e la Val d’Elsa. Gli infermieri non sono tappabuchi, hanno professionalità e competenze che vanno rispettate. Tutti i professionisti vanno messi nelle condizioni di lavorare in sicurezza per loro e per i cittadini”.

“Tale sicurezza deve essere garantita dalle disposizioni aziendali e da modelli che possano dare ottime risposte nel rispetto della finanza pubblica. Non c’è da inventarsi niente basta analizzare le varie organizzazioni del servizio emergenza/urgenza già messe in atto in altri territori (Arezzo, Grosseto). Il principio base è la modulazione del servizio secondo i bisogni, la viabilità e la sostenibilità. Basta con le strumentalizzazioni che in questi giorni non sono mancate anche a mezzo stampa, chiediamo rispetto per tutti i professionisti e soprattutto per i cittadini. L’Azienda dia risposte certe e non chieda disponibilità, a spot, per
coprire “buchi” che sapevamo esistere anche prima” conclude la Cgil.



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