Processo fallimento Siena Biotech Spa, rinvio al 18 ottobre

Di Redazione | 31 Maggio 2018 alle 12:42

Processo fallimento Siena Biotech Spa, rinvio al 18 ottobre

Disposto il rinvio della contro-esaminazione della curatrice fallimentare da parte delle difese per ragioni organizzative. L’ex presidente Galgani e il dg Caviraghi sono imputati per bancarotta fraudolenta per distrazione

Riprenderà il 18 ottobre il processo penale per il fallimento di Siena Biotech Spa, la società di sviluppo e ricerca legata a Fondazione Mps, andata in liquidazione nel 2014 e fallita un anno dopo. Nell’udienza di oggi, il presidente del Collegio Ottavio Mosti ha disposto il rinvio d’ufficio al 18 ottobre per ragione organizzative. In quella data si terrà la contro-esaminazione, da parte delle difese, della curatrice fallimentare, già ascoltata come teste dai sostituti procuratori titolari del fascicolo, Salvatore Vitello e Niccolò Ludovici. Imputati per bancarotta fraudolenta per distrazione, sono l’ex presidente Vittorio Galgani, difeso dall’avvocato Enrico De Martino, e Giovanni Caviraghi, assistito dal legale Niccolò Pisaneschi.

Al centro dell’inchiesta c’è un contratto di affitto, e poi di acquisto, del centro ricerche dato in concessione a Siena Biotech nel 2008, un immobile di proprietà della Sansedoni Spa, società immobiliare partecipata della galassia di Fondazione Mps. Il riscatto della sede da parte della società, di 24 milioni e 500mila euro è avvenuto nel 2010, senza – come accusa la Procura – la detrazione dei canoni di affitto già pagato, per un importo complessivo di 4 milioni e 250mila euro: una contingenza che avrebbe fatto prefigurare per i magistrati l’arricchimento indebito della Sansedoni a danni di Siena Biotech, e che avrebbe portato di conseguenza al fallimento la società. Stando ai numeri del bilancio previsionale 2014 presentato a Fondazione Mps infatti, la cifra detratta dall’operazione d’acquisto dell’immobile avrebbe permesso la sopravvivenza della Spa. Messo nuovamente in vendita l’immobile a una cifra considerevolmente più bassa, si rese necessario anche il licenziamento di ben 50 dipendenti.

Claudio Coli

 

 

 

 



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