Processo Paolini a Siena, conclusa la difesa: in aula cinque ore di arringa e nuove intercettazioni

Il procedimento, iniziato nel 2020, ruota attorno a un impianto accusatorio che comprende reati di violenza sessuale, esercizio abusivo della professione medica e di psicoterapeuta e maltrattamenti, con undici parti offese tra cui tre uomini

Di Redazione | 18 Novembre 2025 alle 8:30

Processo Paolini a Siena, conclusa la difesa: in aula cinque ore di arringa e nuove intercettazioni

Udienza fiume anche ieri in Corte d’Assise a Siena, presieduta dal dottore Fabio Frangini, per il processo che vede Andrea Paolini, il cosiddetto “guru di Montepulciano”, accusato di gravi reati legati alla gestione dell’associazione Nautilus Xenolid. Aula chiusa al pubblico per l’intera giornata, come già accaduto nelle precedenti sessioni, per garantire la riservatezza delle presunte vittime rispetto alla delicatezza dei fatti contestati.

Quella di ieri è stata la giornata conclusiva delle arringhe difensive. Dopo la lunga esposizione dell’avvocato Luigi Paganelli nell’ultima udienza di ottobre, oggi ha preso la parola il penalista Michele Vaira, principe del Foro di Foggia e co-difensore di Paolini. In un intervento durato oltre cinque ore, Vaira ha ripercorso tutti gli elementi del dibattimento, mettendo in luce aspetti nuovi e talvolta inediti rispetto ai reati contestati. Particolare attenzione è stata dedicata ad altre intercettazioni telefoniche, anche queste mai evidenziate dalla Polizia Giudiziaria nel corso delle indagini preliminari, come altre già descritte dall’avvocato Paganelli alla scorsa udienza.
In aula la difesa dell’imputato ha fatto ascoltare qualche passaggio di intercettazioni e mostrato qualche brano delle centinaia di file-video depositati sin dall’inizio del processo, invitando il Collegio ad un’attenta valutazione.

Nel corso della sua arringa, Vaira ha evidenziato – secondo la sua ipotesi difensiva – le numerose incongruenze emerse nelle testimonianze e nel loro raffronto ai file-video e alle copie delle chat disponibili rispetto alle accuse originarie.
È decisivo, secondo l’avvocato Vaira distinguere tra suggestioni moraleggianti e responsabilità penale: l’analisi delle intercettazioni e dei video, oltre alla lettura delle chat, potrebbero consentire una ricostruzione puntuale dei rapporti tra le persone coinvolte, offrendo elementi tali da demolire tutte le contestazioni mosse dalla Procura.

All’udienza erano presenti anche il pubblico ministero Silvia Benetti – che nelle scorse settimane ha chiesto per Paolini una condanna a sei anni e dieci mesi di reclusione, oltre all’assoluzione per alcuni capi d’imputazione e la dichiarazione di prescrizione per altri – e gli avvocati delle parti civili Mauro Cesaroni, Giacomo Gonzi ed Eleonora Meioli.

Il procedimento, iniziato nel 2020, ruota attorno a un impianto accusatorio che comprende reati di violenza sessuale, esercizio abusivo della professione medica e di psicoterapeuta e maltrattamenti, con undici parti offese tra cui tre uomini. Secondo la ricostruzione della Procura, Paolini avrebbe sfruttato la vulnerabilità psicologica di alcuni aderenti all’associazione, inducendoli a versamenti di denaro e a rapporti personali attraverso una presunta attività di “guarigione” e “energia positiva”.

Al termine della maratona difensiva di ieri, il presidente Frangini ha disposto il rinvio al prossimo 4 dicembre 2025. In quella data, le parti potranno replicare alle argomentazioni della difesa. Successivamente il Collegio si riunirà in camera di consiglio per la decisione finale, e la sentenza potrebbe essere emessa già nel corso della stessa giornata.

L’attesa ora è tutta per la prossima udienza: dopo anni di audizioni e una mole ingente di prove raccolte, la parola passa ancora una volta ai magistrati prima del verdetto che chiuderà uno dei processi più complessi e seguiti degli ultimi anni a Siena.



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