È finita, tra attacchi incrociati sui social e riunioni concluse con nulla di fatto, l’avventura politica del mai nato Terzo Polo, unione tra Italia Viva e Azione. Una federazione tra due partiti liberali e riformisti mai diventata polo e mai stata davvero terza, soprattutto dopo le recenti elezioni regionali di Lazio e Lombardia, e in modo particolare del Friuli Venezia Giulia, dove l’alleanza tra Calenda e Renzi ha registrato uno scarso 2,7% dietro addirittura alla candidata No-Vax. Forse troppi personalismi o regole di ingaggio frettolose non chiarite fin dall’inizio. Poco importa, quello che è chiaro è che si tratta di un’alleanza che a Siena di fatto non è mai stata messa a terra. Lo dimostrano le distanze ancora troppo ampie tra i due partiti, uniti a settembre 2022, ma oggi divisi più che mai, tanto da presentarsi avversari alle elezioni amministrative: da una parte i renziani a sostegno di Massimo Castagnini in continuità con l’operato di Luigi De Mossi e dall’altra il partito di Calenda con Roberto Bozzi candidato in discontinuità con il passato.
Un’esperienza, quella senese e non solo, che a questo punto si è rivelata pioniera per questo “Terzo Polo mai nato” e che mai nascerà.
“La mia impressione è che sia successo a livello nazionale quello che si è verificato a livello locale – dice Giorgio Masina, coordinatore comunale di Azione Siena -. Come Calenda, a livello nazionale, aveva al tavolo dei rappresentanti di Italia Viva che poi non decidevano, perchè decide Renzi, qui a Siena stessa cosa: noi ci riunivamo con i rappresentanti di Italia Viva che però dovevano aspettare che Scaramelli dicesse cosa fare. Hanno fatto Calenda la rana e Renzi lo scorpione: Calenda, che ha i voti, si è caricato sulle spalle Renzi che i voti non ce li ha e che però poi non ha resistito alla tentazione di pungere, perchè è nella sua natura”.
L’idillio di qualche mese fa è ormai lontano anni luce. Il partito unico non ci sarà e sarà difficile tornare a riunirsi ad un tavolo anche a livello locale. Infatti in ballo, oltre al probabile ballottaggio di Siena, nel 2024 ci saranno le elezioni europee e 29 comuni della provincia che dovranno rinnovare gli organi di governo. Per quel duplice appuntamento, la speranza è che si plachino gli animi, ma visto il clima rovente il rischio è che una pace ci sarà, ma sarà armata.
“Credo che il consenso elettorale raccolto alle politiche dimostri che c’è un’area, un sentimento diffuso di persone che vogliono avere e sognare un progetto alternativo – risponde Stefano Scaramelli capogruppo regionale di Italia Viva -. E’ un po’ il progetto che abbiamo fatto a Siena: quando abbiamo definito ‘Destinazione Terzo Polo’ voleva essere un percorso, non voleva circoscrivere al simbolo di un partito. La dimostrazione che allargando ad esperienze civiche, ad esperienze liberali, mettendo insieme elementi democratici e popolari, si può dare vita ad un movimento. E credo che questo debba essere il percorso da fare da qui alle europee, non un partito unico, ma un progetto molto più ampio dove ognuno si può riconoscere con la propria autonomia e le proprie caratteristiche”.