Si chiama “Look at Yourself #protagonistidiunfuturopossibile” il documentario realizzato dagli studenti dell’Istituto G. Caselli di Siena nato grazie al progetto proposto dalla Misericordia di Siena che permette di fornire agli studenti gli strumenti di autorealizzazione. Il tema scelto direttamente dai ragazzi è stato quello della diversità di genere e di identità di genere, superando i cliché tradizionali che certe società, per secoli, hanno imposto, immaginando come suggerisce il titolo del progetto un futuro possibile da riscrivere.
“Video ribelle e musica ribelle, che sono i sottotitoli del progetto, valgono proprio questo – spiega il Responsabile dell’Area Sociale della Misericordia di Siena Filippo Franchi -, cioè il fatto di non avere schemi, di ribellarsi agli schemi precostituiti. I ragazzi devono imparare che non si nasce già con un futuro precostituito, ma bisogna essere protagonisti del proprio futuro. Infatti il titolo generale del progetto è Protagonisti di un futuro possibile”.
Figura centrale del docufilm è stata Natascia Maesi, Presidente Nazionale di Arcigay, attivista per il riconoscimento universale dei diritti civili. Una voce importante che, attraverso la sua esperienza e la sua vita, ha contribuito a lanciare messaggi efficaci per contrastare le discriminazioni e il razzismo, a casa, a scuola e ogni giorno nel quotidiano.
“È stato molto bello poter rispondere alle loro domande sul mio coming out, sulla storia del mio attivismo in Arcigay – racconta l’esperienza a contatto con gli studenti Natascia Maesi -, ma anche vedere come si sono interrogati sul bullismo sull’omofobia, sulla lesbotransfobia, su tutta la violenza che attraversa le vite di ogni persona. E lo hanno fatto perché vogliono costruire un altro mondo possibile. Vogliono immaginare un futuro diverso perché la violenza non è una storia già scritta, dipende da noi, dipende dagli strumenti che abbiamo per contrastarla, per denunciarla, per non essere complici. E questi ragazzi e queste ragazze sono davvero il nostro futuro e mi conforta vederli non essere indifferenti di fronte alla violenza, all’oppressione, all’ingiustizia e di aver voglia proprio di fare la differenza”.