"Quella cassa, quel test e la mia vita che è cambiata": la storia di Fabio Giomi raccontata a Sette Giorni su Siena Tv

Dal test improvviso al licenziamento in tronco: la voce di Fabio Giomi e il punto della Cgil sulla vicenda che agita la grande distribuzione

Di Simona Sassetti | 1 Dicembre 2025 alle 16:00

Quando le telecamere di Sette Giorni si accendono, Fabio Giomi è lì, seduto in studio, con un misto di tensione e dignità. Ha 62 anni, 13 dei quali passati dietro la cassa della Pam di Porta Siena. Accanto a lui c’è Mariano Di Gioia, segretario generale Filcams Cgil Siena, che questa storia l’ha presa di petto fin dal primo minuto. “Era un giorno come gli altri. Poi l’ispettore si è avvicinato alla mia cassa”. Giomi parte da lì, dal famoso “test del carrello”. Racconta che l’ispettore si è presentato senza preavviso, proprio come qualche mese prima. E già quello lo aveva messo in allarme: perché un secondo test? Perché solo lui?  “Non li ho visti” dice.  Alla fine del test, una frase: “Ci saranno conseguenze”.

La lettera, la convocazione, il licenziamento. “Il 27 ottobre sono stato convocato. Mi hanno comunicato il licenziamento in tronco. Ero sotto shock. Ho salutato due colleghe con la mano e sono andato via. Poi ho pensato a tutto: alla famiglia, alle spese, al futuro”. Infine la scena più dura, quella che molti lavoratori conoscono solo in astratto: tornare a casa e dirlo ai propri cari. “È stato tragico”, dice.

Sulla nota ufficiale di Pam, quella in cui l’azienda parla di controlli legittimi, necessari, e accusa qualcuno di strumentalizzare la vicenda risponde Mariano Di Gioia, segretario generale della Filcams Cgil di Siena. “È una toppa più grande del buco. Non abbiamo strumentalizzato nulla – afferma-. Quel giorno, a quella cassa, poteva esserci chiunque. Non sta né in cielo né in terra”. La giusta causa significa che è venuta meno la fiducia. Ma dov’è la connivenza? Com’è possibile essere complici se gli oggetti sono nascosti dentro casse chiuse, forse persino preparate prima?”. E conclude: “Se proprio si voleva sanzionare, la sanzione doveva essere conservativa. Non questa”. “Questa ricostruzione mi dà sicurezza. È logica – risponde Giomi alle parole di Di Gioia-. È quello che è davvero successo”.

Sul presidio che si è svolto sabato mattina afferma: “Non me l’aspettavo. Ero giù, molto giù. Mi sono mosso subito, perché se aspettavo peggiorava tutto. E invece ho visto una risposta enorme: dalla città, ma anche dai social, dai giornali. È stato bello. Senza la Cgil non avrei mai potuto far sentire la mia voce. Denunciate. Il sindacato c’è per questo. Fabio ha avuto coraggio. E quello che sta facendo non è solo per sé, ma per tutti quelli che non possono o non riescono a parlare”. Poi arriva l’ultima domanda, quella sul futuro “Non so rispondere. È troppo difficile”.

Simona Sassetti

Nasce a Siena nel 1991, lavora a Siena Tv dal 2016. Ha scritto prima sul Corriere di Siena, poi su La Nazione. Va pazza per i cantanti indie, gli Alt-J, poi Guccini, Battiato, gli hamburger vegani, le verdure in pinzimonio. È allergica ai maschilismi casuali. Le diverte la politica e parlarne. Ama il volley. Nel 2004 ha vinto uno di quei premi giornalistici sezione giovani e nel 2011 ha deciso di diventarlo



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