Referendum 8-9 giugno, Montanari sfida l'astensionismo istituzionale: "Chi invita a non votare tradisce la Costituzione"

Il Rettore dell’Università per Stranieri rilancia il ruolo dell’università come presidio di diritti e democrazia: “Partecipare è un atto civile, non ideologico”

Di Lorenzo Agnelli | 30 Maggio 2025 alle 15:31

“Non è un tema di schieramento politico, è un tema di attuazione della Costituzione.” Con queste parole Tomaso Montanari, Rettore dell’Università per Stranieri di Siena, è intervenuto all’assemblea costituente del Comitato Interuniversitario e AFAM in sostegno ai referendum su lavoro e cittadinanza. Un intervento netto, che richiama all’impegno civile e al significato profondo della partecipazione democratica.

“Si tratta di ampliare l’area dei diritti e ripristinarli laddove sono stati erosi. “La Repubblica è fondata sul lavoro” ha un significato che non è soltanto allegorico o morale, ma ha un significato pratico. Questo fondamento sul lavoro si è smontato negli ultimi anni, si è smontato perché si è potuto licenziare più facilmente senza ragione, si è potuto comprare i lavoratori che avevano ragione a peso, cioè non attuando le sentenze dei tribunali del lavoro, ma pagando il diritto del licenziamento. È paradossale che chi appalta e poi attraverso la catena di subappalti si liberi delle responsabilità finali. Si muore sul lavoro continuamente in questo Paese”.

Il Rettore non ha risparmiato critiche e la propria preoccupazione per l’invito all’astensione arrivato da figure Istituzionali. “Credo sia molto grave che dai vertici delle Istituzioni sia venuto un invito all’astensione perché comunque la si pensi, se il Presidente del Senato dice di non votare, forse dovremmo farci qualche domanda sulla cultura democratica del Presidente del Senato, che peraltro conosciamo già le risposte, purtroppo”.

Accorato il suo appello sul quesito referendario relativo alla cittadinanza: “Per noi è un tema cruciale – ha detto Montanari – perché siamo Università per Stranieri ed è paradossale che italiani di non so quale generazione che non parlano una parola di italiano, discendenti di italiani, siano cittadini e invece non sia cittadino chi paga le tasse, parla senese e ha i figli a scuola qua. Quindi si tratta semplicemente di riprendere la parola come cittadini e cittadine e attuare la Costituzione”.

Ma il pensiero finale lo ha tradotto in un appello alla partecipazione: “Qui possono votare persone di qualunque orientamento. È la democrazia che ci chiama, e dobbiamo rispondere come cittadini e cittadine.”

Lorenzo Agnelli

Giornalista pubblicista iscritto all'ordine dal 2020. Esperienza nel ruolo prima come corrispondente locale dalla Val d'Orcia e poi all’interno della redazione di Radio Siena Tv. Prendere parte alle discussioni e conoscere a fondo i fatti sono stati i fattori scatenanti della sua personale passione verso il giornalismo, concentrandosi principalmente sui fatti di cronaca che riguardano la collettività, come la politica e le sue incoerenze, materie da spiegare e rendere accessibili a tutti. Ama la città in cui lavora, Siena, e la sua terra, la Val d’Orcia, luogo capace di offrire bellezza paesaggistica ma anche umana, difficile da spiegare, ma che non si stanca mai di raccontare.



Articoli correlati