È cominciata con un’ora e mezzo di ritardo la prima seduta della XII legislatura del Consiglio regionale della Toscana, un avvio che riflette le tensioni interne al Partito Democratico per la definizione della nuova Giunta. Al centro del braccio di ferro, il nome del senese Simone Bezzini, assessore uscente alla Sanità e tra i più votati alle ultime elezioni con oltre 12mila preferenze, rimasto fuori dall’esecutivo nonostante la forte pressione del Pd senese.
La seduta si è aperta nel pomeriggio a Palazzo del Pegaso con l’elezione, quasi unanime, di Stefania Saccardi (Casa Riformista, ex Italia Viva) alla presidenza del Consiglio regionale. La vicepresidente uscente è stata eletta con 39 voti su 40, in un clima di apparente distensione tra maggioranza e opposizione. Eletti anche i vicepresidenti dell’Assemblea, Eugenio Giani ha poi illustrato le linee programmatiche del suo secondo mandato, prima di annunciare i nomi della nuova Giunta, ancora senza deleghe assegnate.
Questa la composizione dell’esecutivo:
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Vicepresidente: Mia Diop (Partito Democratico)
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Sottosegretario: Bernard Dika (Partito Democratico)
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Assessori: Monia Monni (Pd), Filippo Boni (Pd), Cristina Manetti (Casa Riformista), David Barontini (quota M5S), Alberto Lenzi (quota AVS), Alessandra Nardini (Pd) e Leonardo Marras (Pd).
Un elenco che conferma l’esclusione di Bezzini, scelta che ha acuito il malumore nel Pd senese, che rivendicava per Siena una rappresentanza in Giunta. La partita interna al partito, rimasta aperta per settimane, si è chiusa solo pochi minuti prima della seduta inaugurale, segnando una frattura non del tutto ricomposta.
Mentre il presidente Giani ha parlato di “una squadra coesa e rinnovata, capace di affrontare le sfide della Toscana dei prossimi cinque anni”, dai territori arriva un segnale diverso. La mancata conferma di Bezzini, considerato uno degli amministratori più esperti e riconosciuti del centrosinistra toscano, lascia strascichi politici che potrebbero pesare sull’avvio del nuovo mandato regionale.