Una sinergia rinnovata tra Procure e rete Codice Rosa per rafforzare l’intervento contro la violenza. È questo l’obiettivo del nuovo protocollo firmato questa mattina a Palazzo Sacrati Strozzi dal presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, insieme a tutte le Procure della Toscana e la Procura della Liguria che ha competenza su Massa. Il Codice rosa è il percorso di accesso al pronto soccorso dedicato ad adulti e minori vittime di violenze ed abusi. La firma consolida la collaborazione su questo fronte ed aggiorna la strumento rispetto a modifiche normative intervenute dal 2022 ad oggi e che riguardano essenzialmente il processo penale. Di fatto il nuovo protocollo accresce la tutela delle vittime, garantendo la conservazione delle prove utile per i processi ed accertare le responsabilità.
Alla firma erano presenti anche Marco Torre, direttore generale della Asl Toscana sud est, e Vittoria Doretti, ideatrice e responsabile regionale del Codice Rosa, nonché direttrice dell’Area Dipartimentale Promozione ed Etica della Salute della stessa Asl.
Nato nel 2009 nell’allora Usl 9 di Grosseto da una visione condivisa tra sanità, magistratura e forze dell’ordine, il Codice Rosa si è affermato come un modello operativo per la presa in carico delle vittime di violenza e abusi. Fin dall’inizio ha puntato a costruire una task force multidisciplinare in grado di intervenire in modo coordinato, dando vita già nel 2010 alle prime linee guida sanitarie, grazie all’impegno congiunto con la Procura. Elemento chiave del Codice Rosa è sempre stata la rete territoriale, che coinvolge centri antiviolenza, istituzioni sanitarie e giudiziarie, in un’alleanza operativa basata su umanità, competenza e collaborazione.
“L’aggiornamento del protocollo oggi rappresenta un nuovo passo avanti, nel solco di una storia che continua a mettere al centro l’umanità, la competenza e la collaborazione – racconta Vittoria Doretti -. Una delle qualità più importanti del Codice Rosa è stata ed è proprio la sua capacità di evolversi. Oggi la firma di questo nuovo protocollo tra Regione Toscana e Procure rende ancora più sicuro e certo il perimetro in cui muoversi, a qualsiasi ora del giorno e della notte, dal territorio più ontano all’ospedale più grande. È sicuramente un passo in avanti importantissimo, fondamentale ma non rappresenta un punto di arrivo. Oggi siamo soddisfatte e soddisfatti, ma domani si ricomincia. Non si potrà parlare di eccellenza fino a che ci sarà un femminicidio. Il cambiamento culturale è ancora in atto e resta ancora molta strada da fare. Su questo il ringraziamento va a Cristina Manetti per l’impegno fondamentale con la Toscana delle Donne”.

“Sono orgoglioso della squadra che negli anni ha reso il Codice Rosa un modello riconosciuto a livello nazionale – ha aggiunto Marco Torre –. Oggi lo aggiorniamo, migliorando un sistema già efficace. Ma ciò che conta è anche l’impegno quotidiano di tutte le operatrici e degli operatori a ogni livello della sanità che ci mettono la faccia ogni giorno. Io con loro”.
“Il Codice Rosa – sottolinea il presidente della Regione, Eugenio Giani – è un vanto e una progettualità che ha fatto scuola in Italia ma non solo in Italia: anche in Europa, ad esempio. Si tratta di un’esperienza che nel tempo è cresciuta e che si è arricchita e diffusa sul territorio, capace di mettere insieme un profilo interistituzionale e la capacità di presa in carico. Un plauso e un ringraziamento dunque a tutti gli operatori della Rete regionale che si è costituita e alla sua responsabile”.
“L’intesa rinnovata oggi con le Procure aiuta questo servizio a dare risposte ancora più adeguate a chi è vittima di violenza e crimini d’odio – evidenzia l’assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini -. Il Codice rosa è una delle esperienze di avanguardia della Regione. Da quando la rete è diventata regionale, sono state prese in carico oltre trentamila persone. Hanno trovato nel personale del nostro sistema sanitario una preparazione professionale e una capacità di accoglienza adeguata a situazioni delicate e complesse. Il Codice Rosa è un servizio di cui siamo orgogliosi, non solo per la qualità dell’assistenza che offre, ma anche per i valori che rappresenta e per la cooperazione istituzionale su cui si fonda”. “E’ infatti evidente – conclude Bezzini – che il Codice rosa funziona bene se c’è collaborazione tra tutti gli attori. Serve un grande lavoro di squadra e il fatto che periodicamente il protocollo venga aggiornato e migliorato significa che è anche una strumento di lavoro vivo e utile. Mi unisco anche io ai ringraziamenti agli operatori della rete e alla sua coordinatrice per il lavoro che quotidianamente viene fatto” .
“Dopo alcune recenti riforme normative era necessario un aggiornamento – conferma il procuratore generale presso la Corte di appello di Firenze, Ettore Squillace Greco – e questo protocollo rinnova, nella sua sostanza, una felice collaborazione istituzionale. Rinnova l’impegno a gestire insieme e con un intervento immediato casi di violenza che purtroppo sono in aumento, in modo sinergico e tenendo conto dlele esigenze da un lato delle vittime e della loro salute e dall’alto della giustizia, con la possibilità di raccogliere i dati in maniera corretta in modo da essere utilizzati nei processi”.
L’intesa con le procure era stata firmata nel 2018 e aggiornata nel 2022, un accordo che aveva messo insieme da un lato l’esigenza di massima garanzia di tutela e rispetto delle vittime e dall’altro l’attuazione di tutti quegli atti giuridico-forensi necessari ai fini delle denunce ed indagini, i più efficaci ed efficienti possibili facendo tesoro delle esperienze maturate nel tempo nei territori per omogeneizzare le procedure di tutti.
Reati come quelli per lesioni volontarie personali, contro la libertà sessuale o per maltrattamenti in famiglia sono perseguibili in più situazioni d’ufficio. I sanitari hanno in questo caso obbligo di referto e di denuncia e il protocollo illustra tempi e modalità. La collaborazione tra Regione, mondo della sanità e procure si esplica nella revisione costante delle procedure giuridico-forensi, nell’analisi delle criticità ed eventi sentinella per migliorare le singole procedure e nel supporto giuridico-forense alla rete regionale del Codice rosa. L’obiettivo è favorire il riconoscimento precoce dei casi di violenza all’arrivo in pronto soccorso e fornire una risposta efficace e coordinata da subito.