Sanità: in Toscana arrivano i “facilitatori” nei pronto soccorso, un progetto contro le aggressioni e per migliorare la comunicazione

L'obiettivo è gestire al meglio le relazioni tra la struttura sanitaria, i professionisti, i pazienti e i familiari”, spiega l’assessore alla sanità Simone Bezzini

Di Redazione | 17 Luglio 2025 alle 13:30

Sanità: in Toscana arrivano i “facilitatori” nei pronto soccorso, un progetto contro le aggressioni e per migliorare la comunicazione

In venti ospedali della Toscana, a partire dalla fine del 2025, saranno introdotti i “facilitatori”, nuove figure professionali con il compito di gestire le relazioni nei pronto soccorso tra pazienti, familiari e personale sanitario. Il progetto, finanziato dalla Regione con 1,4 milioni di euro, punta a migliorare la comunicazione nelle situazioni di maggiore stress e ad alleggerire il carico di lavoro di medici e infermieri, spesso vittime di aggressioni verbali e fisiche.

I facilitatori saranno presenti nei pronto soccorso più grandi della regione e in quelli delle aree costiere, dove nei mesi estivi si concentra il maggior flusso turistico. Saranno formati per fornire informazioni sulle attese, accogliere i familiari, fare da tramite tra le parti e intervenire nelle situazioni potenzialmente conflittuali, contribuendo a prevenire tensioni e incomprensioni.

“Abbiamo approvato una delibera che utilizza risorse vincolate agli interventi per la sicurezza nei luoghi di lavoro. Con questa delibera si prevede di avere personale formato nei pronto soccorso più grandi della Toscana e in quelli della costa, solo per il periodo estivo, quello con il maggior afflusso turistico. L’obiettivo è gestire al meglio le relazioni tra la struttura sanitaria, i professionisti, i pazienti e i familiari”, ha spiegato l’assessore alla sanità Simone Bezzini.

“Sappiamo che il pronto soccorso è uno dei luoghi dove più spesso si verificano tensioni, che purtroppo a volte sfociano in vere e proprie aggressioni al personale sanitario. Per questo motivo, queste nuove figure avranno il compito di facilitare le relazioni, accogliere i familiari, trasmettere informazioni, relazionarsi con il personale quando ci sia bisogno di comunicare notizie specifiche, e contribuire a mitigare o contenere momenti di tensione, soprattutto nei periodi di forte affollamento”, ha aggiunto Bezzini.

Il progetto prevede una fase iniziale di formazione, gestita dalle aziende sanitarie, per garantire la preparazione adeguata di questi nuovi professionisti. “Non sarà un’operatività immediata: al momento abbiamo allocato le risorse, ma le aziende sanitarie dovranno arruolare queste persone e avviare percorsi di formazione specifici. Questi percorsi serviranno non solo a garantire un corretto flusso informativo, ma anche a gestire efficacemente le relazioni e intervenire per raffreddare eventuali situazioni di tensione”, ha chiarito l’assessore.

La sperimentazione, che durerà un anno, sarà valutata al termine per un’eventuale estensione a lungo termine. “Si tratta di un progetto che entrerà nel vivo tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026, e riguarderà in particolare la prossima annualità”, ha concluso Bezzini.



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