Venerdì 28 novembre anche i lavoratori della sanità di Siena aderiranno allo sciopero nazionale promosso da Usb Pi Sanità per protestare contro la legge di bilancio del governo Meloni, che secondo il sindacato penalizza il settore sanitario a vantaggio delle spese militari.
L’appuntamento per il presidio è fissato alle 9:30 alla Lizza.
Usb denuncia che il nuovo piano di spesa pubblica del governo, collegato al programma europeo “Rearm Europe” e agli obiettivi della Nato, prevede investimenti militari per 800 miliardi di euro a livello europeo e un incremento delle spese italiane fino a 23 miliardi nel prossimo triennio, con una previsione di oltre 130 miliardi entro il 2035. Secondo il sindacato, la spesa per armamenti arriverà a rappresentare il 5% del Pil, mentre quella sanitaria scenderà per la prima volta sotto il 6%.
“Le risorse ci sono, ma vengono orientate verso il riarmo, mentre il welfare e la salute pubblica vengono lasciati indietro”, afferma Usb Siena.
Il nuovo contratto collettivo nazionale della sanità 2022-2024, recentemente firmato, secondo Usb non garantisce un reale recupero salariale: l’aumento del 5-6% non è sufficiente rispetto a un’inflazione cresciuta del 16% nell’ultimo triennio, e le nuove indennità sono legate a straordinari e prestazioni aggiuntive.
Il sindacato sottolinea che questa situazione sta spingendo molti professionisti a lasciare il servizio pubblico, mentre sei milioni di italiani hanno già dovuto rinunciare a cure o hanno incontrato difficoltà ad accedervi a causa di costi e liste d’attesa. Usb attribuisce questa situazione a anni di sottofinanziamento del settore e denuncia che, con le nuove scelte di bilancio, la situazione rischia di peggiorare ulteriormente.
Lo sciopero del 28 novembre sarà, secondo Usb, un’occasione per chiedere uno stop al piano di riarmo e rivendicare maggiori investimenti nella sanità e nel welfare, in difesa dei diritti dei lavoratori e dei cittadini.
L’Asl Toscana sud est rende noto che saranno assicurate le prestazioni in urgenza e i servizi minimi essenziali come previsto negli accordi nazionali che disciplinano il diritto allo sciopero.