Si tenta la via del negoziato con le banche per proseguire piano di risanamento prima di aprire la procedura di fallimento
Un Natale di preoccupazione per i 23 dipendenti di Sansedoni spa, l’immobiliare controllata da Fondazione Mps (67%), con azionisti Banca Mps (22%) e Unieco (11%) che lo scorso 5 dicembre ha annunciato lo stato di crisi, presentando al Tribunale di Siena domanda di concordato preventivo con riserva, su indicazione del Cda. Sansedoni ha chiuso il bilancio 2017 con ‘rosso’ di 91,3 milioni, patrimonio netto negativo per 83,3 milioni e 165 milioni di debiti, di cui 162 milioni verso le banche, a partire da Monte dei Paschi, con cui è esposta per il 55% dei debiti; fra gli altri istituti sono Banco Bpm e Ubi.
La società cercherà in ogni caso di arrivare al negoziato con le banche e proseguire con il piano di risanamento, già discusso e messo sul piatto già nel giugno scorso: la proposta alle banche creditrici è che queste rinegozino il debito rinunciando al 30% e Sansedoni ripagherà in restante in cinque anni con una piano di vendita ordinata del suo patrimonio o, altra ipotesi, ricapitalizzando o, ancora, riuscendo a coinvolgere nuovi soci, disposti ad investire sul consistente patrimonio e sulla piattaforma operativa che si occupa dei servizi immobiliari. Se il piano non andasse in porto, a partire dal ‘no’ delle banche, si aprirebbe la procedura di fallimento.