Siena e provincia si preparano allo sciopero generale nazionale in programma venerdì 28 novembre, che potrebbe causare disagi nei trasporti, scuole, uffici pubblici e altri servizi essenziali. L’adesione arriva da un ampio fronte di sigle sindacali e organizzazioni locali: Confederazione Cobas, Usb Pubblico Impiego Siena, Collettivo Studentesco Jama’a, Cravos, Coordinamento del Precariato Universitario (Cpu – Siena), Potere al Popolo, Fronte di Lotta No Austerity, Partito di Alternativa Comunista, Comitato Palestina Siena, Movimento Log-In, P. Carc e Fronte della Gioventù Comunista (Fgc).
La protesta è stata indetta contro la nuova legge di bilancio, accusata dai promotori di “dirottare miliardi di euro verso la spesa militare, sacrificando welfare, sanità, istruzione e ricerca”. Secondo i sindacati, “il programma europeo ‘Rearm Europe’ prevede fino a 800 miliardi di euro a livello Ue destinati al rafforzamento delle capacità militari”. Per l’Italia, aggiungono, “le spese militari cresceranno di 23 miliardi nel prossimo triennio e supereranno i 130 miliardi entro il 2035”, arrivando così a rappresentare “il 5% del Pil nazionale”.
Le organizzazioni evidenziano anche il grave impatto locale delle scelte economiche e industriali: “A Siena la chiusura della Beko mette a rischio 299 lavoratori e le loro famiglie”, mentre alla Gsk “le ‘uscite volontarie incentivate’ sono solo il preludio a un ridimensionamento e una possibile delocalizzazione”. Situazione difficile anche all’Università, dove, sempre secondo i promotori, “il precariato costituisce la base strutturale della ricerca, mentre il blocco delle assunzioni e le carenze strutturali rischiano di scatenare la crisi più grave dal 2010”.
Tra i temi della protesta c’è anche la denuncia dei “salari bloccati e della perdita di potere d’acquisto, con una crescita dell’inflazione del 16% a fronte di aumenti retributivi del 5-6%”, oltre alla precarietà ormai diffusa anche nella pubblica amministrazione. “All’impoverimento salariale – sottolineano i sindacati – si accompagna l’indebolimento del ruolo del sindacato”, e si segnala “l’assenza di una vera politica dell’abitare”, con difficoltà crescenti per chi perde il lavoro e per chi cerca una casa a prezzi accessibili.
La manifestazione cittadina partirà alle 9:30 da piazza della Lizza e attraverserà le vie del centro, coinvolgendo lavoratori, studenti e cittadini di tutta la provincia. Gli organizzatori spiegano che lo sciopero intende “difendere i diritti costituzionali e contrastare l’aumento delle disuguaglianze, chiedendo investimenti reali in servizi pubblici e politiche sociali”.
Sabato 29 novembre le stesse sigle saranno a Roma per la manifestazione nazionale contro la manovra finanziaria del governo Meloni, con corteo in partenza alle 14 da Porta San Paolo.
Gli organizzatori preannunciano “adesioni significative anche da Siena e provincia”, con la possibilità di ripercussioni e rallentamenti nei servizi durante la giornata dello sciopero.