Scotte Siena, il dottor Giuseppe Oliveri in pensione: "Sono contento di quello che ho fatto"

Da metà aprile in pensione il noto medico, oltre 15mila gli interventi neurochirurgici in 20 anni di attività alla guida del reparto. Il medico a Buongiorno Siena: "Caso Zanardi? Parlare con le madri di giovani con tumori o che rischiavano di morire è stato altrettanto pesante"

Di Redazione | 7 Maggio 2024 alle 8:00

Dal 16 aprile il dottor Giuseppe Oliveri ha lasciato la guida della Neurochirurgia dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese per andare in pensione. Eminente neurochirurgo di fama internazionale, ha diretto la Neurochirurgia da marzo 2004, contribuendo alla crescita del reparto e della specialistica, rendendola un vero e proprio punto di riferimento per la salute dei pazienti e delle rispettive famiglie, sia per le patologie oncologiche che per quelle relative ai grandi traumi: si stima che sono circa 15mila gli interventi neurochirurgici effettuati dal dottor Oliveri in 20 anni di attività alla guida del reparto.

“Fa strano, dopo 50 anni di vita in ospedale, uscirne fuori – ha detto a Buongiorno Siena il dottor Oliveri – ma riscopro cose che avevo perso. Dai ritmi frenetici, all’improvviso una vita tranquilla, per esempio ho fatto dopo lungo tempo un aperitivo con mia figlia. Sono felice per gli attestati di stima, ho fatto in vita quello che mi piaceva fare, sono contento di quello che ho fatto”.

Il dottor Oliveri ha seguito casi mediaticamente rilevanti e delicati con grande professionalità, umanità e attenzione: si ricordano, tra gli altri, gli interventi effettuati nel 2020 su Alex Zanardi e sul campione del mondo Paolo Rossi, accompagnato poi anche nei momenti più difficili e delicati della malattia; la terribile aggressione ai danni dei carabinieri Domenico Marino e Antonio Santarelli il giorno di Pasquetta del 2011, e l’incidente a cavallo occorso alla campionessa olimpionica di dressage dell’Arma dei Carabinieri, Valentina Truppa nel 2015.

“La vicenda di Zanardi fece molto effetto, ma quando si deve parlare con le mamme di ragazzi con un tumore o che hanno avuto incidenti e rischiano di morire è altrettanto pesante, ciò ha esattamente lo stesso peso emotivo per noi” spiega Oliveri, che aggiunge “per Zanardi si è fatto tutto quel che si doveva fare, grazie a tutta la struttura ospedaliera”.

Alcune voci lo danno ora interessato ad entrare in politica. Nessuna conferma ma una riflessione: “Esiste un grosso problema della sanità pubblica, troppa commistione con la questione elettorale. C’è una buona e una cattiva sanità, la sanità non è nè di destra nè di sinistra, va ritrovato l’entusiasmo”.

 



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