Si è svolta al Tribunale di Siena, l’udienza di un processo molto delicato che è stato rinviato al prossimo 4 dicembre. Sul banco degli imputati un uomo di 31 anni, originario di Palermo, oggi detenuto nella casa circondariale dell’Ucciardone e fino a luglio scorso recluso nel carcere di “Santo Spirito” di Siena per una precedente condanna.
Le accuse a suo carico sono pesanti: atti persecutori nei confronti della ex compagna, una donna di 49 anni residente a Siena, e violenza sessuale aggravata sulla figlia di lei, una ragazza di 21 anni. I fatti contestati si sarebbero verificati tra il novembre 2024 e il maggio 2025, principalmente attraverso minacce, insulti e molestie proseguite anche durante la detenzione.
Secondo gli atti raccolti dalla Procura, l’uomo, non accettando la fine della relazione, avrebbe più volte minacciato la ex compagna sia durante i colloqui in carcere sia tramite lettere, telefonate e messaggi. I toni delle comunicazioni erano spesso violenti e ossessivi: “Ti rovino la vita, perseguiterò te e la tua famiglia” e “Quando esco ti farò vedere cosa sono capace di fare”, si legge in alcune delle missive sequestrate dagli inquirenti. In altre lettere, l’uomo usava insulti sessisti e minacce ancora più esplicite, arrivando a coinvolgere anche persone vicine alla donna. Ma la parte più inquietante dell’indagine riguarda la figlia della ex compagna. Gli investigatori contestano all’imputato di averla molestata sessualmente durante i colloqui in carcere, in almeno due occasioni documentate: in una avrebbe costretto la giovane, allora ventenne, a sedersi sulle sue gambe per poi toccarla con insistenza, nonostante la ragazza cercasse di opporsi.
La gravità dei fatti, aggravati dalla recidiva e dalla particolare relazione affettiva tra le persone coinvolte, ha portato la Procura a chiedere e ottenere il giudizio immediato, saltando la fase dell’udienza preliminare. Il collegio presieduto dal giudice Simone Spina ha accolto la richiesta, fissando l’udienza, poi rinviata al prossimo 4 dicembre per l’assenza del detenuto in aula per mancato trasferimento.
Le due vittime, assistite dall’avvocato Maurizio Forzoni, si sono costituite parte civile. “Il nostro intento – dichiara il legale – è quello di tutelare la dignità e la sicurezza delle persone offese, chiedendo giustizia per quanto subito. È necessario, inoltre, evidenziare le gravi criticità del sistema penitenziario…”. L’imputato, difeso da legale di fiducia Michele di Lorenzo del Foro di Palermo (sostituito in aula a Siena da Alessandro Betti), si trova attualmente in carcere nel capoluogo siciliano, soggetto anche alla misura cautelare del divieto assoluto di contatto e avvicinamento alle persone offese, monitorata con dispositivi elettronici.