Non bisogna più scalare montagne per incontrare il Mistero. Se in passato, secondo la tradizione biblica, profeti e patriarchi come Mosè e Isaia dovevano salire in alto per avvicinarsi a Dio, oggi il divino si fa prossimo, scende tra le persone e si lascia contemplare all’altezza di ogni sguardo. È questa l’idea che anima il presepe allestito dai frati di San Domenico a Siena, quasi pronto per essere ammirato da fedeli e visitatori. Un’anteprima svela già l’originalità della scelta: la scena della Natività poggia su frammenti di terra delle crete senesi, le tipiche argille dal colore azzurrino che caratterizzano il paesaggio attorno alla città. Questi materiali locali non sono solo una scelta estetica, ma assumono un significato simbolico preciso: rappresentano il cielo che si fa terra, il divino che si rende accessibile.
“Il presepe è il segno di un Dio che non resta lontano ma viene a vivere tra noi”, spiegano i frati. “Abbiamo scelto le crete senesi per ricordare che il Natale è proprio questo: il Cielo che scende, il Mistero che si fa vicino”.
L’invito, come ogni anno, è rivolto a tutta la cittadinanza e ai visitatori della città: le antiche porte della basilica di San Domenico sono aperte per chiunque voglia fermarsi davanti al presepe e lasciarsi sorprendere dal suo messaggio senza tempo. Un appuntamento che unisce tradizione, spiritualità e il legame profondo tra la comunità senese e il suo territorio.
Andrea Bianchi Sugarelli
