Non c’è bisogno di effetti speciali per raccontare la trasformazione silenziosa ma costante di uno dei luoghi simbolo della cultura senese. Basta attraversare l’ingresso della storica Biblioteca comunale degli Intronati e sentire l’eco degli ultimi mesi: sale piene, mostre inedite, il fermento di una comunità che si riconosce in un patrimonio antico eppure ancora sorprendentemente vitale. Il 2025 si chiude con un bilancio più che positivo, carico di iniziative e una sfida chiara: conquistare nuove generazioni. Parola di Raffaele Ascheri, presidente della Biblioteca dal 2018: “Gli eventi culturali nel corso del 2025 sono stati importanti. Effettivamente, la Sala storica è stata davvero teatro di moltissimi appuntamenti, credo quasi tutti di alto profilo, alcuni addirittura di profilo molto elevato”, racconta Ascheri. E già si guarda avanti: “A gennaio ripartiremo con il solito entusiasmo e negli occhi il successo dell’ultima mostra, fatta per la prima volta pubblicamente, sui fantastici manifesti Liberty che erano stati donati dal podestà Fabio Bargagli Petrucci alla nostra biblioteca nel 1935”.
Il patrimonio si arricchisce anche grazie a gesti concreti di memoria e generosità: “Ci tengo anche a sottolineare che, pochi giorni fa, abbiamo ricevuto una donazione molto significativa e storica dell’archivio di Dario Neri da parte della famiglia, curato dalla nipote Laura. Il grande intellettuale, fondatore della prestigiosa casa editrice Electa, è stato un punto di riferimento per la città e la cultura italiana. Avere il suo archivio è motivo di orgoglio. Nei prossimi mesi organizzeremo qualche iniziativa anche per ricordare, tra le altre figure senesi di cui ci occuperemo, una personalità importante come quella di Neri”.
Ma cosa riserva il futuro per la Biblioteca degli Intronati? Ascheri non ha dubbi: “Credo che la direzione sia quella della continuità, cercando però sempre di migliorare sia nella quotidianità sia nell’organizzazione di eventi, mostre e altre iniziative. L’obiettivo è avere una biblioteca sempre più aperta al pubblico: ci fa piacere vedere che sempre più persone – anche nuove, che magari non erano mai entrate o che venivano solo per studiare anni fa – ora partecipano agli eventi di valore che organizziamo nella sala storica”.
Il nodo, però, resta il coinvolgimento delle nuove generazioni: “La sfida principale, però, è riuscire a coinvolgere non solo chi viene a studiare, ma anche i più giovani, affinché partecipino alle mostre e agli eventi: questa è una mancanza che purtroppo si sente, perché il pubblico è spesso numeroso ma la presenza dei giovani è sicuramente limitata. Cerchiamo di raggiungerli anche attraverso i social, ma sicuramente possiamo e dobbiamo fare di più. Allo stesso tempo, però, sarebbe bello che anche i giovani dimostrassero maggiore attenzione verso la cultura in generale e verso la cultura della nostra città”.
Un invito, quello di Ascheri, che suona come un augurio per il 2026: che la cultura degli Intronati possa essere, ancora di più, casa di tutti.
Andrea Bianchi Sugarelli
