Un mazzo di chiavi, una cassaforte nella mansarda di una villa nella campagna senese e un bottino di oro e contanti. Un furto studiato nei dettagli, avvenuto nell’estate del 2022, tra il 5 luglio e il 23 agosto, quando una nota professionista di Siena, residente nella zona di Ruffolo, ha visto svanire nel nulla preziosi di famiglia e mille euro in contanti. Gli oggetti trafugati erano custoditi nella cassaforte di casa, la cui chiave era stata trovata e sottratta da chi conosceva bene le abitudini domestiche della vittima. All’interno del forziere si trovavano quattro anelli in oro con pietre, due fedi in oro, un solitario, un paio di orecchini di perle, due paia di orecchini in oro, sette collane in oro, di cui due con pietre e due con ciondoli, una croce con brillanti, due ciondoli in oro, un bracciale in oro bianco e diamanti, cinque spille in oro e due orologi in oro.
Le indagini della Squadra mobile di Siena hanno ricostruito una storia di complicità e tradimenti: secondo l’accusa, una collaboratrice domestica ucraina di 28 anni, residente a Monteriggioni e difesa dall’avvocato Francesco Paolo Ravenni, avrebbe organizzato il furto insieme al compagno, un giovane italiano di seconda generazione, 26enne, difeso anch’egli da Ravenni. Approfittando della posizione di fiducia, la donna avrebbe reperito la chiave della cassa di sicurezza e facilitato l’accesso all’abitazione, permettendo al complice di introdursi in casa e impossessarsi di gioielli e contanti.
Ma la vicenda non si è fermata qui. Parte del bottino, in particolare un orecchino d’oro, è stato trovato successivamente nella camera da letto di una signora ucraina di 68 anni, all’epoca badante presso un’abitazione di Sovicille. Secondo l’accusa, la donna, difesa dall’avvocato Alessandro Bonasera, avrebbe ricevuto e occultato il monile, provento del furto, all’interno di una scatola tra medicinali, mantenendolo nascosto fino all’ottobre 2022, quando la Polizia lo ha recuperato durante una perquisizione.
Il processo, celebratosi davanti al giudice monocratico Alessandro Maria Solivetti Flacchi e seguito dal Vice procuratore onorario Alberto Bancalà, si è concluso oggi, 19 dicembre 2025, con rito abbreviato per il giovane complice e la donna di 68 anni. Il pubblico ministero aveva chiesto pene rispettivamente di 3 anni e 9 mesi con l’accusa di furto e di 1 anno e 4 mesi per ricettazione. Invece, la posizione della colf, ritenuta la presunta talpa, è stata stralciata e sarà giudicata separatamente avendo scelto il rito ordinario. Attualmente si trova in stato di custodia cautelare in carcere, per altra causa, presso la Casa Circondariale di Sollicciano.
La sentenza, pronunciata dopo una lunga camera di consiglio, è andata oltre le richieste dell’accusa: il 26enne, già noto alle forze dell’ordine e ritenuto responsabile di essersi introdotto nell’abitazione compiendo il furto, è stato condannato a 4 anni e un mese di reclusione, con una multa di 1.200 euro e la revoca della sospensione condizionale della pena per precedenti reati. Per la sessantottenne, invece, conferma delle richieste del Pm: 1 anno e 4 mesi di reclusione e 300 euro di multa. Le motivazioni saranno rese note entro 60 giorni.
Il caso ha scosso la donna senese, la sua famiglia e tutta i residenti della zona, soprattutto per la dinamica del reato, consumato all’interno delle mura domestiche e favorito dalla fiducia tradita. La vicenda si è chiusa – almeno per ora – con una condanna esemplare per due dei tre protagonisti, in attesa che la giustizia si esprima anche sull’ultima indagata.
Andrea Bianchi Sugarelli