L’appello che risuona con più forza stamani in Piazza Salimbeni, dove lavoratrici e lavoratori PayCare si sono riuniti per un presidio, è che Confindustria intervenga. Che il mondo imprenditoriale non resti a guardare mentre una multinazionale decide di chiudere e andar via, lasciando un territorio ancora più fragile. A ribadirlo sono istituzioni e sindacati. Insieme ai lavoratori, infatti, questa mattina erano presenti la sindaca di Siena Nicoletta Fabio, il vicesindaco Michele Capitani, il sindaco di Monteriggioni Andrea Frosini, la sua vice Paola Buti e la consigliera Raffaella Senesi, insieme ai rappresentanti di Fim Cisl e Fiom Cgil.
“È stata invocata più volte Confindustria, anche da parte mia. Quando si parla di politiche attive, chi più dell’imprenditoria può mettersi a tavolino e contribuire alla ricerca di soluzioni? – afferma Nicoletta Fabio – Serve una concertazione serrata. La Regione ha investito nella vicenda Beko e deve farlo anche per PayCare. Ogni lavoratore ha la stessa dignità, lo stesso diritto di vedere difesi i propri diritti. Confido che l’anno che abbiamo davanti ci permetterà di trovare soluzioni soddisfacenti”.
Anche il sindaco di Monteriggioni, Andrea Frosini, ribadisce che non lascerà soli i lavoratori e le lavoratrici: “Illusioni non ce ne facciamo, perché quando una multinazionale vuole andare via, va via. Però deve pagare dazio, non può andare via impunemente così. I lavoratori non saranno lasciati soli. Le istituzioni saranno presenti e li accompagneranno anche in questa situazione. Non faremo mai un passo indietro e saremo al loro fianco”.
Il segretario FIM CISL Siena, Giuseppe Cesarano, ha puntato l’attenzione sulla necessità di un salto di scala: “Abbiamo un’opportunità: legare questa vertenza PayCare alla vertenza Beko. Dobbiamo fare un tavolo istituzionale regionale per affrontare una crisi di settore. Siena non può permettersi di perdere 350 posti di lavoro. La multinazionale lascerà questo territorio e pagherà un risarcimento danni importante. Serve una cassa integrazione che accompagni un piano di reindustrializzazione. Dobbiamo lavorare sul territorio per dare prospettiva a queste famiglie”.
La segretaria FIOM CGIL Siena, Daniela Miniero, definisce la situazione come “la fotografia di quello che succede nel territorio”: “Questa vertenza è la rappresentazione plastica di ciò che si sta consumando sul territorio senese e a livello nazionale. È l’ennesima multinazionale che, quando la marginalità non è più funzionale ai propri obiettivi, comunica la cessazione dell’attività e va via senza trovare ostacoli normativi. Finché non spingeremo i governi ad adottare norme più stringenti, ci troveremo sempre a giocare in difensiva. Chiederemo incentivi più importanti e l’anticipo della cassa integrazione per 12 mesi, ma qualunque cifra non sarà mai adeguata al danno che stanno causando ai lavoratori e al territorio”.
Infine, anche Miniero chiama in causa Confindustria: “Dopo Beko, PayCare e Capaccioli, è il momento che intervengano le organizzazioni datoriali. Serve un tavolo unitario con un unico obiettivo: arginare l’emorragia occupazionale e traghettare la forza lavoro fuori da questa crisi”.