L’Italia dice no al cibo sintetico e la farina ricavata dagli insetti. Il primo paese europeo a dare un segnale forte sulla tutela della cultura legata al cibo e dei consumatori. Il problema che si pone per l’intero pianeta è quello del cibo e dell’acqua ecco perché la ricerca scientifica è a lavoro per creare cibo alternativo a quello tradizionale. Scenari che sembrano apocalittici ma che potrebbero verificarsi nel giro di qualche decennio. In alternativa ci sono le buone pratiche agricole e produttive, che potrebbero però non essere sufficienti per sfamare l’intera popolazione mondiale.
Da Siena si leva la voce anche della Fondazione Qualivita che da anni lavora per tutelare e far conoscere la qualità dei prodotti tricolore anche all’estero.
Il rischio è che il cibo di qualità in un futuro sia riservato solo a chi può permetterselo. Impensabile immaginarsi l’Italia senza le sue cose da mangiare, la sua cultura, la sua tradizione. La questione non è tanto la comunicazione sul cibo, ma l’educazione e la consapevolezza di ciò che si mangia. Ma a chi spetta il compito di questa educazione?
