Siena, Fondazione Santa Maria della Scala: lo Statuto verso il modello Museo Egizio di Torino e Ginori di Firenze

Vertici in Commissione spiegano progetti e criticità. Tema centrale è stata la revisione dello statuto, un passaggio chiave per il futuro dell’antico Spedale, ma anche le strategie per rendere sostenibile la gestione e per avviare nuove collaborazioni

Di Redazione | 11 Novembre 2025 alle 18:00

Siena, Fondazione Santa Maria della Scala: lo Statuto verso il modello Museo Egizio di Torino e Ginori di Firenze

La Fondazione Santa Maria della Scala è stata, questa mattina, al centro della seduta congiunta delle Commissioni Garanzia e Controllo, presieduta da Anna Ferretti, e Cultura, guidata da Maria Antonietta Campolo. All’audizione hanno partecipato il presidente della Fondazione, Cristiano Leone, collegato in videoconferenza, e la direttrice Chiara Valdambrini. Tema centrale è stata la revisione dello statuto, un passaggio chiave per il futuro dell’antico Spedale, ma anche le strategie per rendere sostenibile la gestione e per avviare nuove collaborazioni.

“Questa Commissione non svolge esami su nessuno”, ha chiarito la presidente Ferretti all’apertura dei lavori, “ma desideriamo essere informati su come si stanno muovendo le società partecipate”. La seduta si è svolta in un clima di confronto, con momenti di dibattito acceso, soprattutto tra il presidente Leone e la consigliera Gabriella Piccinni (Pd), che ha sollevato dubbi sulle tempistiche del nuovo statuto e sul futuro del masterplan.

Leone ha illustrato la complessità del percorso avviato: “Il festival Xenos è in partenza, insieme alla mostra. Le discussioni con il Ministero proseguono da tempo. L’obiettivo è superare i confini attuali e ci stiamo riuscendo, anche i giornali americani e internazionali hanno iniziato a parlare del Santa Maria. Il dialogo con il Ministero va avanti, i tempi non sono quantificabili. La sostenibilità economica resta una priorità perché nonostante l’impegno dell’amministrazione, non riusciamo ancora a rispondere pienamente a queste esigenze”. L’inserimento del Ministero della Cultura nella compagine della Fondazione, ha spiegato Leone, sarebbe un caso unico in Italia ed è previsto entro fine 2025 o inizio 2026. “La nuova struttura sarà simile a quella del Museo Egizio di Torino e Ginori di Firenze, che coniugano natura pubblica e privata”.

La direttrice Valdambrini ha chiarito che si lavora “con obiettivi mirati, pur in assenza di un budget definito. L’obiettivo è crescere e puntare sulla qualità; molte sono le azioni in corso. Ci auguriamo di poter coinvolgere nuovi soci”. Il sostegno, anche grazie all’Art Bonus, è arrivato da soggetti privati come Chianti Banca, ma restano i problemi strutturali: “Ci sono spese fisse ingenti e i 350 mila euro riconosciuti non sono sufficienti. Ma li abbiamo comunque fatti fruttare al meglio” ha chiarito la direttrice alla Commissione.

Il tema della sostenibilità è stato ripreso da Leone: “Le decisioni su ciò che farà il Ministero all’interno della Fondazione spetteranno a loro; noi ci occupiamo della parte tecnica e non ci sostituiamo all’amministrazione. Certo è che maggiore è il contributo economico e più voce si ha in capitolo. L’Universita? Non solo, chiedermi di entrare anche alla Regione, ma mi piacerebbe che l’Ateneo sia dentro non nel consiglio di amministrazione, ma nel comitato scientifico”.

Sul fronte economico, si registra un incremento costante della biglietteria. Gli incassi ammontano a 430 mila euro nel 2024, diecimila in più rispetto al 2023, ma per ora nessuna biglietteria unica con il Duomo: “C’è un dialogo aperto con Opera Laboratori, ne sono dimostrazione esperienze come quella della mostra Costellazioni, ma non si sono ancora instaurate trattative concrete verso una bigliettazione dei musei cittadini combinata/unica condivisa” ha detto Valdambrini. Leone ha evidenziato: “Sarebbe meglio parlare di un aumento nel numero dei visitatori, dato che questa distinzione tra biglietti emessi e visitatori effettivi non è comune a tutti i musei”, ha spiegato, sottolineando l’ingresso gratuito per studenti universitari e residenti senesi.

Dal dibattito sono emerse criticità operative, come la gestione dei servizi per i visitatori e l’accessibilità. La consigliera Piccinni ha chiesto chiarimenti sulle tempistiche di rilancio del masterplan e sulle soluzioni per l’ostello e le persone ipovedenti: “Concordo sul fatto che le didascalie vadano rifatte, così come è necessario risolvere la questione dell’accessibilità per gli ipovedenti”, ha replicato Leone, che ha difeso le scelte fatte: “Non vogliamo mostre ‘spot’, perché non portano nulla di duraturo; è inutile organizzare una mostra da 1,5 milioni di euro se poi non ci sono i fondi nemmeno per togliere la moquette installata quarant’anni fa. Le mostre vanno pensate per valorizzare elementi identitari del luogo”.

Il clima si è acceso quando Leone ha risposto alle critiche di Piccinni e la presidente Campolo ha invitato il presidente del Santa Maria a mantenere il confronto su toni costruttivi: “I commissari hanno diritto di esprimere e dissentire, ma il risentimento no. Ci sono anche opinioni diverse”.

Dalla discussione è emersa la volontà di proseguire nel processo di revisione, seppur tra difficoltà legate ai tempi amministrativi e alla necessità di maggiori risorse. “La priorità è avere tutti gli strumenti necessari per poter lavorare. È difficile che un privato possa sostituire il ruolo del pubblico”, ha ribadito Leone.

In conclusione, la direttrice Valdambrini ha sottolineato il “dialogo e un’interazione costanti” con il Comune e gli altri soggetti culturali cittadini, come l’Opa, Musei Nazionali e Archivio di Stato, mentre Leone ha annunciato un prossimo Cda a fine anno per definire strategie e priorità. Resta centrale la necessità di uno Statuto aggiornato, capace di garantire autonomia e nuove opportunità di sviluppo per uno dei più importanti complessi museali italiani.



Articoli correlati