Siena, il racconto in aula di una donna vittima di maltrattamenti

La testimonianza davanti ai giudici: “Mi controllava anche le finestre, mi colpiva, mi umiliava. Ero sua prigioniera in casa”

Di Redazione | 21 Novembre 2025 alle 10:30

Siena, il racconto in aula di una donna vittima di maltrattamenti

Una donna del Camerun, umile, minuta ma forte, il volto segnato dalla fatica e dalla paura, si è presentata ieri pomeriggio davanti al collegio presieduto dal dottore Fabio Frangini per raccontare il proprio calvario familiare. La sua voce, flebile ma determinata, è stata tradotta in italiano da un’interprete. Dietro di lei, la presenza costante dell’avvocato Rossella De Franco che la assiste in questo difficile percorso legale.

La donna ha ripercorso gli anni trascorsi accanto a un marito che, secondo l’accusa, avrebbe trasformato la vita di coppia in una lunga sequenza di maltrattamenti fisici e psicologici. Lui, da tempo residente in Italia, parlava bene la lingua e aveva un lavoro stabile; lei, arrivata con la speranza di una vita nuova, si è ritrovata invece isolata, senza indipendenza né risorse.

“Non potevo uscire di casa da sola. Dovevo restare dentro finché lui non tornava e persino le finestre doveva aprirle lui al suo rientro”, ha spiegato la donna rispondendo alle domande del pubblico ministero Siro De Flammineis, che ha contestato all’ex marito i reati di maltrattamenti e violenza sessuale. In aula, l’imputato era assente per il divieto di avvicinamento disposto nei suoi confronti.

La testimone ha ripercorso episodi di controllo ossessivo: “Mi accusava di fare l’occhiolino agli uomini mentre facevo la spesa, vedeva impronte sulle finestre e sosteneva che fossero state lasciate da altri uomini. Mi colpiva, soprattutto con il dorso della mano. Una volta sono dovuta andare in ospedale dopo essere stata picchiata anche sul collo e sulla nuca, ma lui ha firmato per farmi tornare subito a casa”.
Nemmeno in chiesa trovava pace: “Durante la funzione, allo scambio della pace, insisteva che ci baciassimo davanti a tutti. Quando mi sono rifiutata, si è arrabbiato ed è uscito di corsa”. La donna ha descritto come, soprattutto di notte, la tensione esplodesse: “Mi insultava, mi diceva che ero una strega, che volevo ucciderlo insieme ai suoi colleghi di lavoro che io non conoscevo nemmeno”.
A più riprese ha ricordato la violenza economica subita: “Non lavoravo e non avevo accesso ai soldi. Faceva la spesa solo lui e comprava le cose che piacevano soprattutto a sé. I soldi che spediva nel nostro Paese li usava per costruire una casa, ma a me non lasciava nulla”.
Il racconto si è fatto ancora più duro quando ha dovuto descrivere un grave episodio di violenza sessuale: “Era notte. Mi aveva picchiata e insultata. Io gli ho detto no alla richiesta di sesso, ma lui non ha accettato. Mi ha bloccata sul letto, mi ha strappato i vestiti e mi ha afferrato per il collo. Mentre mi teneva ferma, diceva che mi avrebbe violentata. Ha continuato finché non ha eiaculato, poi si è calmato e mi ha abbracciata. Non è riuscito a penetrarmi perché mi sono opposta con tutte le mie forze, ma la violenza che ho subito è stata devastante”.

Durante l’udienza sono state mostrate alcune fotografie risalenti a un viaggio nel Paese d’origine, e sono stati annunciati altri sette testimoni che verranno ascoltati nelle prossime udienze.

Al termine della lunga deposizione, la donna ha lasciato l’aula senza incrociare l’ex marito, che è rientrato solo dopo il suo allontanamento.

La vicenda, che si inserisce in un quadro più ampio di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne, proseguirà con nuove testimonianze e l’esame delle prove raccolte dalla Procura. Per la donna, la speranza è che la giustizia possa finalmente restituirle dignità e sicurezza.



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