Anche la Rete Senese contro il Riarmo interviene sul tema delle occupazioni che, in questi giorni, stanno coinvolgendo il Liceo Classico Enea Silvio Piccolomini e il Liceo Artistico Duccio di Buoninsegna di Siena.
L’associazione, che promuove iniziative per la pace e contro la militarizzazione dell’economia, ha espresso piena solidarietà e sostegno agli studenti che hanno scelto di occupare le scuole in modo pacifico e costruttivo. Un sostegno che arriva anche dalle parole di Michele Vittori, attivista della Rete Senese contro il Riarmo, che sottolinea come l’occupazione abbia rappresentato un atto di riflessione collettiva e non di contrapposizione.
“La Rete Senese contro il Riarmo – spiega – nasce dalla società civile e si collega a movimenti e associazioni a livello nazionale ed europeo. Uno dei temi che i ragazzi stanno affrontando in questi giorni è proprio quello del riarmo europeo, una questione che riguarda la vita quotidiana di tutti noi, adulti e giovani. Gli studenti non stanno parlando solo di Palestina, ma anche di sanità pubblica, trasporti, scuola, università, ricerca e lavoro: temi che ci toccano da vicino e su cui troppo spesso la politica tace”.
Vittori ricorda come, a Siena, non si vedevano occupazioni studentesche dal 2005, e invita la cittadinanza a guardare con rispetto all’impegno dei giovani.
“Si parla di quattro mattine di interruzione delle lezioni su oltre duecento giornate scolastiche – aggiunge –. Ma quelle ore non sono state sprecate: sono servite per aprire un dialogo, per risvegliare le coscienze. La Costituzione viene violata ogni volta quando si nega il diritto alla sanità, alla scuola, al lavoro. E questi ragazzi, con la loro occupazione, hanno ricordato a tutti noi cosa significa partecipare”.
Secondo l’attivista, l’esperienza dei liceali senesi rappresenta una boccata d’aria per una città che spesso vive in silenzio: “Iniziative come questa fanno bene a tutti, anche agli adulti. Hanno smosso un dibattito, riportato il confronto dal web alle piazze e nelle aule. Hanno dato una lezione, nel senso più alto del termine, e credo che lunedì, quando le lezioni riprenderanno, saremo tutti un po’ più cresciuti”.