Siena, licenziato con il test del carrello: giudice ordina reintegro

Telefonata di Landini. La sentenza storica restituisce lavoro e dignità al cassiere Pam: una svolta per i diritti di milioni di lavoratori del commercio.

Di Redazione | 29 Dicembre 2025 alle 20:45

Siena, licenziato con il test del carrello: giudice ordina reintegro

Un regalo di Natale fuori tempo massimo, ma destinato a lasciare il segno. Quando l’anno sta per voltare pagina, la sentenza del Tribunale civile di Siena cambia il destino di Fabio Giomi e apre una strada nuova per tutti i lavoratori del commercio. Oggi pomeriggio, 29 dicembre 2025, il giudice ha restituito sorriso e dignità al cassiere 62enne di Pam Panorama di Piazzale Rosselli di Siena, licenziato a ottobre dopo trent’anni dietro la cassa. Una scelta attesa e sofferta, che dopo mesi di incertezza riporta entusiasmo e giustizia, e segna un punto fermo per chi ogni giorno affronta le stesse corsie. Alle 16.40, con un provvedimento firmato da Delio Cammarosano, il tribunale ha dichiarato illegittimo il licenziamento di Giomi: l’azienda dovrà reintegrarlo, risarcire i danni subiti e pagare le spese processuali. Poco dopo, in esclusiva, Radio Siena Tv ha raccolto a caldo le prime emozioni del lavoratore davanti alla sede della Cgil: “Sono davvero felice, un’esplosione di gioia. L’avvocato mi ha chiamato, e per fortuna ero seduto. Non ho saputo contenere la soddisfazione dopo tanta tensione e attesa per l’udienza di oggi”.

Il caso e la sentenza

La vicenda nasce dal cosiddetto “test del carrello”, una pratica introdotta da Pam Panorama nel punto vendita di Porta Siena per verificare l’attenzione dei cassieri. Una cassa di birra, in realtà, conteneva altri oggetti nascosti – rossetti e bottoni – che una volta non passati allo scanner avevano portato all’intervento di un ispettore e, quindi, al licenziamento di Giomi. Il lavoratore, difeso dalla Filcams Cgil di Siena e dall’avvocato Andrea Stramaccia, si è rivolto al giudice sostenendo l’irregolarità della procedura e il carattere discriminatorio del provvedimento. L’azienda aveva proposto il ritiro del licenziamento in cambio di dieci giorni di sospensione: soluzione che Giomi ha rifiutato, volendo ottenere giustizia piena.

Durante l’udienza, seguita all’esterno da oltre cento tra colleghi e cittadini, il giudice ha accolto la tesi del lavoratore, evidenziando che il licenziamento aveva natura discriminatoria, in particolare per motivi legati all’età: “Dalla lettura del dispositivo – spiega l’avvocato Stramaccia – si capisce perché il giudice abbia dato ragione a Giomi, dichiarando il licenziamento discriminatorio. Questo provvedimento restituisce dignità a chi era stato accantonato a fine carriera e mette seri dubbi sulla legittimità del famigerato test del carrello”.

La Filcams, con il segretario provinciale Mariano Di Gioia, esprime grande soddisfazione: “Questa sentenza dimostra che la dignità e l’umanità del lavoratore sono principi fondamentali. Nessuna catena di supermercati può usare sistemi simili per liberarsi dei dipendenti meno graditi o anziani. È una vittoria della giustizia e dell’equità sociale. Ringrazio la Cgil toscana, il segretario Rossano Rossi e la segretaria di Siena Alice D’Ercole che si sono spesi per questa importante battaglia che abbiamo vinto”. “Siamo immensamente soddisfatti e contenti, – afferma ancora Di Gioia – la sentenza emessa oggi dimostra come Giomi sia un esempio per tutte le maestranze e per tutti noi, che crediamo in un mondo del lavoro più giusto e più equo dove i più fragili non devono abbassare la testa ma reagire alle ingiustizie ed ai soprusi dei più forti. Mettiamo un principio in atto, nessuna catena commerciale di questo Paese può usare il test del carrello per licenziare lavoratori scomodi o vecchi. Ringrazio quindi il lavoratore che ha creduto nella nostra azione sindacale, il Prefetto di Siena che ha provato a mediare tra le parti prima di arrivare in Tribunale e naturalmente l’avvocato Stramaccia del Foro di Firenze e legale della Cgil di Siena”.

Solidarietà e reazioni

Alle 17.30, nella Camera del Lavoro di Siena, si è tenuta una conferenza stampa affollata. Fabio Giomi, ancora emozionato, ha ricevuto la telefonata del segretario generale nazionale della Cgil, Maurizio Landini. “Fabio, abbiamo vinto una battaglia importante. Siamo tutti felici per te, per tutti i lavoratori e ti siamo vicino come non mai”, ha detto Landini. Giomi, con la voce rotta dall’emozione, ha risposto con semplicità: “Grazie, Maurizio, davvero. Mi sento sostenuto da tutti voi”. Solo poche settimane fa, i due erano insieme a Firenze, sul palco dello sciopero nazionale.

Nonostante la gioia, Giomi ammette: “Per ora nessun collega mi ha chiamato, ma questa vittoria la dedico a tutti e tre i milioni di lavoratori del commercio, che potrebbero trovarsi un giorno nelle mie stesse condizioni, vittime degli stessi metodi usati contro di me”. Una dedica che diventa il simbolo di una battaglia collettiva, non solo personale. “Dopo la tensione di tutti questi mesi e soprattutto quella di oggi al presidio in attesa della sentenza – ha evidenziato ancora Giomi – non ce l’ho fatta a resistere e sono esploso dalla soddisfazione! Sono felicissimo! Mi ha chiamato l’avvocato e menomale che ero seduto! Sono contentissimo, non solo per me, ma anche per la battaglia sindacale che abbiamo portato avanti. Sono sicuro che questa vittoria potrà diventare un punto di riferimento per tanti lavoratori. Avrei potuto cavarmela con dieci giorni di sospensione e oggi sarei già tornato a lavorare, ma ho deciso di tenere duro. L’ho fatto per me, per tutti i lavoratori del commercio e perché era una situazione inaccettabile. Quando le cose sono ingiuste non sono disposto ad abbassare la testa e ad accettarle solo per mantenere un quieto vivere”.

I ringraziamenti sono indirizzati anche alla Filcams, ai segretari toscani della Cgil, ai politici che hanno sollevato il caso con interrogazioni parlamentari – dal Partito democratico all’Alleanza Verdi Sinistra, dal sindaco di Poggibonsi a Rifondazione Comunista – e ai tanti cittadini che hanno manifestato solidarietà: “Siena e Poggibonsi mi hanno sostenuto anche per strada, e sui social ho ricevuto migliaia di messaggi. Mi sento parte di una grande famiglia”, ha concluso Giomi.

Le ricadute giuridiche e sindacali

La sentenza del Tribunale di Siena segna un confine importante sulle sanzioni disciplinari nel settore commerciale. Massimiliano Fabozzi, altro rappresentante della Cgil senese, sottolinea il valore giuridico: “Questa vertenza si fonda sulla legge 300, lo Statuto dei lavoratori. Il cosiddetto test del carrello viola l’articolo 4, che vieta i controlli a distanza sui dipendenti. Accettare anche solo una sospensione avrebbe creato un precedente negativo nei rapporti di forza nei luoghi di lavoro. Il giudice ha stabilito che quei metodi non sono accettabili”.

Dal sindacato regionale, Rossano Rossi aggiunge: “Eravamo di fronte a un atto grave, figlio di una mentalità che si sta diffondendo nel mondo del lavoro. Ma la Cgil Toscana ha dimostrato che, restando uniti contro le ingiustizie, si possono ottenere risultati concreti”.

Sul piano politico, Alleanza Verdi Sinistra rivendica il ruolo avuto nella mobilitazione: “È una vittoria nata dall’impegno collettivo di lavoratori, sindacati e sinistra politica. La nostra interrogazione parlamentare ha acceso i riflettori su una vicenda che riguarda tutti”.

Oggi per Fabio Giomi, e per chi lavora ogni giorno tra le corsie dei supermercati, si apre una nuova pagina. Una sentenza che, come lui stesso spera, “potrà diventare un precedente e un punto di riferimento per il futuro, ridando speranza e dignità a chi si trova a difendere il proprio posto di lavoro”.

Andrea Bianchi Sugarelli



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