Un intreccio di luce, memoria e spiritualità che parte dal cuore di Siena per arrivare fino a San Francisco. È questo il viaggio straordinario dell’installazione site-specific firmata dall’artista americano Jacob Hashimoto, realizzata per il Santa Maria della Scala e prossima a essere accolta dal San Francisco Museum of Modern Art (MoMA), uno dei templi mondiali dell’arte contemporanea.
Ad annunciarlo è Cristiano Leone, presidente della Fondazione Santa Maria della Scala, che sottolinea come questo progetto rappresenti pienamente la nuova direzione artistica e culturale del complesso museale.
“Avevamo bisogno di una programmazione davvero concepita per il Santa Maria della Scala – spiega Leone – e Hashimoto ha saputo interpretare perfettamente lo spirito del luogo. È venuto da New York, ha incontrato i cittadini, ha ascoltato le loro storie e ha trasformato tutto questo in un omaggio poetico alle anime che nei secoli hanno attraversato questi spazi”.
L’installazione, monumentale e delicata allo stesso tempo, si innalza per 17 metri e raccoglie oltre 3.000 aquiloni sospesi, simbolo delle anime che abitano la memoria dell’antico ospedale. Il gioco di trasparenze, ombre e leggerezza crea un dialogo intenso con l’architettura del complesso, trasformando la grande navata in un luogo di contemplazione e stupore.
Per Leone, l’opera di Hashimoto segna un passaggio chiave nel percorso di rilancio del Santa Maria: “Questa installazione nasce per Siena, ma parla un linguaggio universale. È un ponte tra passato e presente, tra la storia millenaria di questo luogo e il respiro globale dell’arte contemporanea. Il fatto che dopo la sua permanenza qui approderà al MoMA è un riconoscimento straordinario non solo per il progetto, ma anche per la città che l’ha ispirato”. Un volo simbolico, dunque, quello degli aquiloni di Hashimoto: dalla collina senese alla baia di San Francisco, portando con sé le voci, le memorie e la bellezza di un luogo che continua a generare arte e visione.