Siena, picchiano i carabinieri: madre e figlio denunciati

Feriti due militari presi a calci e insulti. Il giudice ammette il rito abbreviato. I fatti sono avvenuti il 6 novembre scorso, oggi l'udienza

Di Redazione | 28 Novembre 2025 alle 16:30

Siena, picchiano i carabinieri: madre e figlio denunciati

Si è tenuta stamani davanti al Tribunale di Siena, giudice monocratico dottore Alessandro Maria Solivetti Flacchi, l’udienza a carico di una donna di origini albanesi, nata nel 1982 e residente a Siena, imputata per gravi episodi di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale avvenuti il 6 novembre scorso.

I fatti coinvolgono anche il figlio minorenne dell’imputata, per il quale si procede separatamente.

Secondo il capo d’imputazione, la donna, in concorso con il figlio, avrebbe opposto resistenza ai militari dell’Arma intervenuti per sedare una lite tra la stessa e una dipendente della società di trasporti Autolinee Toscana. I carabinieri, tutti in servizio presso la Stazione Carabinieri Siena Centro – avrebbero tentato di identificare le parti coinvolte, ma la donna e il figlio si sarebbero rifiutati di fornire le generalità, passando alle vie di fatto.

In particolare, la donna avrebbe rivolto insulti e minacce nei confronti dei militari, tra cui frasi come “Non mi toccare! Razzista! Fascista! Non mi toccare sennò ti sputo in faccia”. Successivamente, secondo l’accusa, entrambi avrebbero spintonato i carabinieri, reiterando le offese. Il figlio minorenne avrebbe inoltre afferrato e torto in modo innaturale la mano destra di un vice brigadiere durante il tentativo dei militari di contenerlo, mentre la madre lo avrebbe spinto e strattonato, causando così ulteriori lesioni e aggravando il quadro accusatorio.

La ricostruzione della Procura evidenzia che, nonostante i tentativi di riportare la calma, madre e figlio avrebbero continuato a dimenarsi, spintonando e scalciando i militari, costringendo i carabinieri a utilizzare le manette nei confronti del minore. In quei concitati momenti, sarebbero proseguiti offese, minacce (“Vi ammazzo! Lasciate stare mio figlio. Non ha fatto niente”) e ulteriori atti di violenza fisica, protrattisi per circa dieci minuti.

A seguito dell’aggressione, il sottufficiale ha riportato una lesione personale alla mano destra, con dolore e difficoltà di movimento, giudicata guaribile in dieci giorni. Analoga prognosi per un collega, che ha subito un trauma al quarto dito della mano destra.
L’imputata risponde dei reati di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali aggravate commessi in concorso con il figlio minorenne. La Procura è rappresentata dal vice procuratore onorario Claudio Rotunno.

Nel corso dell’udienza odierna, l’imputata – difesa dall’avvocato Manfredi Biotti – ha richiesto il rito abbreviato condizionato, istanza che è stata accolta dal giudice mentre è stato rigettata la richiesta di ‘Messa alla prova’. In rappresentanza dei militari offesi, si è costituito parte civile l’avvocato Alessandro Betti, oggi sostituito in aula dall’avvocato Marco Nencini.

Il procedimento trae origine dalla convalida dell’arresto avvenuta nei giorni immediatamente successivi ai fatti. Il giudice ha rinviato l’udienza al 4 febbraio per l’esame dell’imputata e la discussione.



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