Siena, rapina e minacce a mano armata: condannati due giovani a oltre quattro anni di carcere

Aggredirono un coetaneo nel sottopasso della stazione di Siena puntandogli un coltello e chiedendo denaro sotto minaccia di sparargli alle gambe. Entrambi già detenuti per una rapina a uno studente belga, sono stati riconosciuti responsabili di rapina aggravata e tentata estorsione

Di Redazione | 31 Ottobre 2025 alle 8:34

Siena, rapina e minacce a mano armata: condannati due giovani a oltre quattro anni di carcere

Quattro anni e quattro mesi di reclusione per rapina aggravata e tentata estorsione. È la condanna pronunciata ieri dal gup Sonia Caravelli nei confronti di due ragazzi, un 18enne e un 21enne, entrambi cresciuti a Siena, già noti alle forze dell’ordine e attualmente detenuti per reati analoghi. La sentenza è arrivata in rito abbreviato, a conclusione di un procedimento che ha ricostruito con precisione i fatti avvenuti nella zona del sottopassaggio di Piazzale Rosselli, nei pressi della stazione ferroviaria cittadina, nel tardo pomeriggio del 21 maggio scorso.

In tribunale erano presenti i familiari e numerosi amici dei due imputati. A sostenere l’accusa il pubblico ministero Niccolò Ludovici, che aveva chiesto quattro anni di reclusione; la difesa è stata affidata all’avvocato Alessandro Betti.

La vicenda è stata ricostruita grazie a una denuncia dettagliata della vittima, un giovane di origine sudamericana residente a Siena, che nel pomeriggio del 21 maggio stava raggiungendo a piedi i binari quando è stato avvicinato dai due imputati. Secondo quanto emerso dagli atti, uno dei due lo ha bloccato afferrandolo alla nuca, mentre il complice si è messo alle sue spalle, impedendogli ogni possibilità di fuga. Sotto la minaccia esplicita di un coltello – mostrato sollevando la maglia – la vittima si è vista intimare la consegna di 50 euro. Al suo rifiuto, i due hanno frugato nelle sue tasche e si sono impossessati della carta d’identità elettronica e della tessera bancomat. Poco dopo, la minaccia più grave: “Se non ci porti 300 euro entro due giorni veniamo sotto casa tua e ti spariamo alle gambe”. Un’escalation che la vittima ha raccontato in modo lineare agli investigatori, indicando i due aggressori, entrambi conosciuti da tempo per attività di spaccio.

Fondamentale per l’identificazione è stata la testimonianza di un amico della vittima, che ha assistito alla scena dal finestrino di un’auto ferma nel traffico e ha confermato le minacce, riconoscendo senza esitazione i due giovani. Le telecamere di videosorveglianza comunali hanno documentato i movimenti degli imputati e della vettura usata per raggiungere la zona, consentendo di collocare i protagonisti nel luogo e nell’ora indicati dalla vittima.

Gli elementi raccolti hanno permesso agli inquirenti di chiarire il contesto: la vittima aveva avuto rapporti pregressi con i due, i quali tempo prima gli avevano proposto di spacciare droga per loro. Dopo un iniziale coinvolgimento, aveva rifiutato e gettato la sostanza, generando così un presunto debito. Questo episodio, secondo quanto ricostruito dalla procura, è all’origine della rapina e delle successive richieste estorsive.

Il procedimento si è svolto in rito abbreviato, con il riconoscimento delle circostanze aggravanti della recidiva e dell’uso di armi. I due imputati, già sottoposti a obblighi di firma per una precedente rapina commessa pochi mesi prima ai danni di uno studente belga, sono stati ritenuti responsabili di entrambi i reati contestati.

Proprio quella rapina, risalente a novembre 2024, sarà oggetto di un nuovo processo il prossimo 4 novembre.

Il fatto è inquietante e scoperchia una realtà che a Siena non era conosciuta. In quell’occasione, sempre nella zona della stazione, i due – insieme a un terzo giovane – avrebbero avvicinato un universitario straniero, proponendogli un passaggio in auto. Una volta fuori dal locale, lo avrebbero minacciato con una pistola-giocattolo, sottraendogli un orologio del valore di oltre duemila euro, oltre a una somma di denaro. Decisiva, anche in quel caso, la tempestiva denuncia della vittima e la ricostruzione della vicenda attraverso le immagini delle telecamere e un video girato dallo stesso ragazzo.

Le indagini, coordinate dalla Procura di Siena, hanno permesso di recuperare l’orologio e la custodia dell’arma finta. Per questi fatti i due imputati erano già stati raggiunti da misure cautelari prima dell’arresto per la rapina del maggio 2025.

 

Andrea Bianchi Sugarelli



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