Siena: schiaffo alla fidanzata, condannato a 5 mesi

Un quarantenne senese riconosciuto colpevole dopo il rito abbreviato. La vicenda era iniziata con una lite e un messaggio giudicato minaccioso dalla Procura

Di Redazione | 17 Ottobre 2025 alle 18:20

Siena: schiaffo alla fidanzata, condannato a 5 mesi

Questa mattina, nell’aula Vannini del Tribunale di Siena, si è concluso il processo a carico di un quarantenne residente nella provincia senese, imputato per lesioni personali e minacce nei confronti dell’ex compagna. L’uomo, assistito dall’avvocato Michele Bellandi, ha scelto il rito abbreviato, che consente uno sconto di pena in caso di condanna.

I fatti risalgono allo scorso anno. Durante una lite, secondo quanto ricostruito dagli atti, l’imputato ha colpito la fidanzata con uno schiaffo.

La donna, a causa del dolore, si è rivolta al pronto soccorso, dove le sono state riscontrate lesioni giudicate guaribili in cinque giorni. A poche ore dall’episodio, l’uomo ha inviato alla compagna un messaggio dal tono derisorio, ritenuto dalla Procura umiliante, contenente una frase tale da integrare gli estremi della minaccia e costituire un’ammissione della violenza appena commessa. Nonostante quanto accaduto, la coppia aveva successivamente ripreso la relazione, senza che si verificassero altri fatti analoghi, fino alla definitiva interruzione dei rapporti. La vicenda giudiziaria, però, ha seguito il suo corso autonomo ed è giunta a sentenza questa mattina davanti al giudice Alessandro Maria Solivetti Flacchi.

In aula, il vice procuratore onorario Alberto Bancalà ha chiesto la condanna dell’imputato a sei mesi di reclusione, sottolineando la gravità dei fatti contestati. La difesa, invece, ha sostenuto che il messaggio inviato dopo la lite non avrebbe avuto i requisiti della minaccia, configurandosi più come uno sfogo. L’avvocato Bellandi ha inoltre ricordato come il suo assistito abbia ammesso le proprie responsabilità, abbia presentato scuse formali alla vittima e abbia mantenuto una condotta corretta dopo la riconciliazione.

Alla luce degli elementi emersi e delle attenuanti generiche riconosciute, il giudice Solivetti Flacchi ha accolto la richiesta della difesa, rideterminando la pena in cinque mesi di reclusione, un mese in meno rispetto a quanto richiesto dalla pubblica accusa.

La sentenza chiude un procedimento che, pur avendo visto una temporanea ripresa dei rapporti tra i protagonisti, ha confermato la rilevanza penale della condotta contestata.

Andrea Bianchi Sugarelli



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