Colpo alla crescente piaga delle truffe informatiche: il Tribunale di Siena ha condannato questa mattina un giovane di 28 anni, originario della provincia di Napoli, responsabile di aver sottratto con un raggiro tecnologico 2.500 euro a un residente nel senese. Una bella notizia per chi teme di finire vittima di frodi digitali, in costante aumento anche nel nostro territorio: questa volta il truffatore è stato smascherato, processato e condannato, restituendo così fiducia nella giustizia e speranza alle tante persone colpite da simili reati.
Il caso risale al 4 maggio 2022, quando il giovane, approfittando delle proprie competenze informatiche, è riuscito a manipolare il sistema di gestione di un conto corrente intestato a un signore di 73 anni, residente nel comune di Castelnuovo Berardenga. Con un’azione rapida e lucida, l’imputato ha effettuato una ricarica di 2.500 euro su una carta Quickard Mastercard collegata al conto della vittima presso la filiale locale del Monte dei Paschi di Siena. Successivamente, la somma è stata trasferita su una carta Revolut a lui intestata, consentendogli di appropriarsi indebitamente del denaro.
L’attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze, ha permesso di ricostruire nei dettagli il percorso del denaro, portando all’identificazione dell’autore della frode e alla sua citazione diretta a giudizio. In aula, la parte offesa – rappresentata dall’avvocato Emiliano Ciufegni – si è costituita parte civile chiedendo la restituzione dell’intera somma sottratta e il risarcimento dei danni subiti.
Il processo, svoltosi davanti al Tribunale di Siena in composizione monocratica e presieduto dalla giudice Francesca Guttadauro, si è concluso con una sentenza esemplare: nove mesi di reclusione all’imputato, con sospensione condizionale subordinata alla restituzione dei 2.500 euro rubati e al pagamento di una multa di 100 euro. L’uomo, difeso dagli avvocati Claudio Porricelli e Duccio Pagni, dovrà quindi risarcire la vittima per poter beneficiare della sospensione della pena.
Questa sentenza rappresenta un importante segnale di attenzione delle istituzioni verso il fenomeno, purtroppo sempre più diffuso, delle truffe informatiche che colpiscono soprattutto le persone più fragili. La speranza è che casi come questo possano scoraggiare altri potenziali malintenzionati e restituire maggiore fiducia a chi ogni giorno si trova a dover difendere i propri risparmi dalle insidie della rete.
Andrea Bianchi Sugarelli