Dopo l’occupazione del Liceo Artistico Duccio di Boninsegna, che si trova in Piazzetta Madre Teresa di Calcutta, anche gli studenti dell’Istituto E.S. Piccolomini di Siena si mobilitano ed occupano la scuola da martedì 28 ottobre a venerdì 31, trasformando l’istituto in un centro di dibattito politico e sociale.
L’iniziativa pacifica, promossa dagli indirizzi Classico, Scienze Umane (al momento resta fuori il Liceo Musicale che si trova nei locali del Pendola), è una forma di protesta contro la distanza della scuola dalle tematiche cruciali e contro il sostegno del Governo italiano alla politica di Israele. Al centro della contestazione vi è l’indignazione per il “genocidio in atto in Palestina” e la critica all’aumento delle spese militari a discapito dei fondi per istruzione e sanità.
Qui di seguito, il testo completo del messaggio degli studenti a firma del Collettivo Piccolomini.
“Dopo molta riflessione e dialogo, noi studenti del Liceo Classico, Scienze Umane, Economico Sociale e Musicale, abbiamo deciso di occupare la sede principale dell’Istituto E.S Piccolomini. L’occupazione ha inizio, martedì 28/10/2025, e si concluderà venerdì 31/10/2025.
Riteniamo assurdo che la nostra presidente del consiglio abbia preso leggermente e ipocritamente le distanze da un governo sionista, colonialista e fascista, continuando però a sostenerlo nei fatti, con trattati commerciali in atto e compravendita di armi. Non ci sentiamo rappresentati da chi governa, che preferisce soddisfare i propri interessi economici e politici per mantenere il consenso e il potere, rispetto alla vita di migliaia di palestinesi. Le vittime sono bambini, anziani, donne e uomini, tra cui chi mantiene in salute il presente e dovrebbe costruire il futuro (infermieri, medici, insegnanti, giornalisti…). L’intento dello stato di Israele è quello di annientare qualsiasi possibilità di un domani per i palestinesi, commettendo una vera e propria pulizia etnica.
Chiediamo una vera pace e un duraturo “cessate il fuoco”, non un accordo tra potenti che giocano con le vite delle persone, scendendo a patti su cosa è più conveniente, con un finto piano di ricostruzione di Gaza e un falso aiuto al popolo devastato. Condanniamo le multinazionali che continuano a lucrare sul genocidio, investendo e finanziando direttamente Israele, il suo governo e l’esercito. Chiediamo uno stop al riarmo e alle spese militari che stanno continuando a danneggiare il nostro paese e le sue istituzioni. La crescita delle spese militari del nostro paese è esponenziale: per il 2025 si erano previsti 32 miliardi di euro per la difesa (di cui 13 miliardi per le armi) mentre i fondi per le scuole, la sanità e l’università e ricerca diminuiscono sempre di più.
Infine ci dichiariamo estremamente contrariati dalla lettera di accusa di antisemitismo indirizzata al preside, poiché aveva disposto vicino all’ingresso una LIM che tracciava la missione umanitaria portata avanti dalla Global Sud Flotilla. È inaccettabile come la disinformazione stia venendo sempre più normalizzata, specialmente all’interno di un ambiente il cui scopo principale dovrebbe essere quello di formare giovani menti e indirizzarle al pensiero critico. Abbiamo il diritto e il dovere di associarci contro le ingiustizie, e la scuola dovrebbe insegnarci soprattutto questo. Vogliamo e ci meritiamo chiarezza, serietà e competenza da chi agisce in nostro nome.
Siamo stanchi di non essere ascoltati da un sistema scolastico che prioritizza i voti rispetto allo sviluppo della persona, che tratta con indifferenza e talvolta disprezzo temi che non sono strettamente collegati al programma scolastico e che considera tabù le questioni politiche e il dibattito su tali argomenti. Vogliamo una scuola sicura, una scuola che formi l’individuo, vogliamo che sia un mezzo di informazione. Purtroppo il sistema scolastico si sta allontanando sempre di più da tutto ciò, confermando il suo declino con il completo disinteresse e distacco dal genocidio in atto in Palestina. Chiediamo una scuola più coinvolta e lontana dal nostro governo complice di crimini di guerra e atrocità impensabili, da un governo che continua a finanziare lo stato di Israele attraverso l’industria bellica e non solo.
La nostra è un’occupazione pacifica, nella quale nessun tipo di violenza è ammessa. Non abbiamo nessuna intenzione di danneggiare tutto ciò che è di proprietà scolastica, gli spazi di cui usufruiremo e gli oggetti che troveremo al loro interno. Consideriamo la scuola pubblica un luogo che è necessario alla crescita personale dello studente, a cui siamo legati dall’infanzia, e andrebbe contro ai nostri principi ledere le strutture scolastiche. L’occupazione ha, invece, come scopo attirare l’attenzione di chi finora ha avuto il privilegio di guardare altrove, far riflettere tutti gli studenti di Siena e far sentire la nostra rabbia e indignazione a chi ha deciso di tapparsi le orecchie. Sarà anche un mezzo educativo, mirato all’autoconsapevolezza e alla formazione culturale e civica di noi studenti. Le giornate, infatti, sono organizzate e non andranno sprecate. Abbiamo invitato a tenere delle lezioni, per costruire un dialogo democratico, professori, esperti di storia e rappresentanti di varie associazioni vicine alle nostre cause: vorremmo costruire uno spazio in cui è possibile discutere liberamente e sviluppare un proprio pensiero. Per questo le nostre lezioni saranno aperte, tramite un ingresso dedicato, agli altri studenti della nostra città che sono interessati.
Noi occupanti siamo diversi tra noi, per età, sesso, indirizzo scolastico e anche ideali, ma non potremmo essere più d’accordo su un aspetto: qualcosa deve cambiare. Siamo obbligati ad agire concretamente, ogni atto ingiusto che ignoriamo e che tolleriamo ci appartiene. Come disse De André, per quanto ci crediamo assolti, siamo lo stesso coinvolti. Basta apatia, basta indifferenza!
Indicazioni generali- Ogni mattina dalle 8:00 in poi nell’aula magna sarà fatta un’assemblea aperta a tutti gli studenti, sia interni che esterni, che hanno intenzione di partecipare all’occupazione, per comunicare le attività della giornata ed eventuali indicazioni e per rispondere alle domande. Naturalmente, l’assemblea di martedì mattina sarà la più lunga, poiché saranno spiegate le modalità dell’occupazione, soprattutto a chi non ne era ancora a conoscenza. Ogni giorno alle 17/17:30 finiranno le attività, resteranno dentro solo persone di cui ci si fida e che non faranno confusione e che vorranno aiutare nella pulizia degli ambienti, nell’organizzazione, studiare, fare cena lì, dormire all’interno della scuola o semplicemente passare il tempo con gli altri. Non saranno in nessun modo ammessi soggetti che non prenderanno sul serio questa occupazione e che vorranno creare scompiglio tra gli occupanti o con persone esterne. Tutte le lezioni si svolgono in aula magna.”