Momenti di tensione questa mattina nell’aula del Tribunale di Siena, dove si è tenuta una nuova udienza del processo a carico di un cittadino ghanese, classe 1993, senza fissa dimora, accusato di atti persecutori e minacce ai danni dei suoi ex datori di lavoro tra la fine di ottobre 2023 e l’inizio di luglio 2024. Subito dopo il termine delle audizioni dei principali testimoni, l’imputato si è rivolto con atteggiamento minaccioso verso la coppia, ignorando l’intimazione del giudice di non avvicinarsi per 500 metri. Solo il tempestivo intervento dell’avvocato difensore ha riportato la calma.
Davanti al giudice Simone Spina, si sono alternati come testi i titolari di un ristorante del comune di Sovicille, che hanno risposto sia alle domande del vice procuratore onorario Massimo Rossini, sia a quelle del difensore d’ufficio, avvocato Alessandro Alunni. Tra i testi anche i comandanti delle stazioni dei Carabinieri di Sovicille e Monticiano, che hanno riferito di essere intervenuti almeno in quattro occasioni per allontanare l’ex dipendente dal locale e calmare la situazione.
Secondo quanto ricostruito in aula, l’uomo era stato assunto come cameriere per soli due mesi. Durante quel periodo aveva ottenuto un alloggio a Torri, trovato grazie all’aiuto dei titolari del ristorante, ma formalmente legato solo a un accordo personale. Terminato il rapporto di lavoro, e dopo che aveva smesso di pagare, il gestore della casa avrebbe fatto cambiare la serratura e avrebbe lasciato gli effetti personali dell’ex lavoratore fuori dalla porta. Da questo episodio sono nati i successivi comportamenti dell’uomo, che si è presentato più volte al ristorante nel comune di Sovicille, urlando e minacciando i presenti per ottenere la restituzione dei suoi beni.
Le testimonianze hanno confermato una serie di episodi di particolare gravità: tra questi, l’accensione di un accendino minacciando di incendiare il locale, il brandire un bastone e una lastra di vetro all’indirizzo dei presenti e ripetuti tentativi di forzare l’ingresso riservato al personale. La titolare ha riferito in aula: “Sono stata costretta a cambiare le mie abitudini, avevo paura. Mia figlia ha smesso di andare a Siena nel tempo libero per timore di incontrare il nostro ex dipendente. Anche oggi non mi sento tranquilla”.
Nella stessa udienza è emerso un ulteriore sviluppo: il gestore della casa, chiamato a testimoniare sulla vicenda dell’alloggio, ha ammesso di aver fatto cambiare la serratura della porta. Tale dichiarazione lo ha portato a essere indagato per esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose, in concorso con la proprietaria, dato che l’ex lavoratore aveva presentato querela. Il giudice Spina ha pertanto interrotto l’esame del teste, che da semplice testimone è stato iscritto nel registro degli indagati.
Due testimoni citati non sono stati ascoltati, poiché il pubblico ministero ha ritenuto già completo il quadro probatorio. Il processo è stato aggiornato a novembre; nell’occasione, l’imputato sarà sottoposto a interrogatorio e sarà assistito da un traduttore durante la deposizione.
Andrea Bianchi Sugarelli