La pioggia non ha fermato il passo di trecento studenti, questa mattina, lungo le vie del centro. Dietro gli ombrelli, spuntavano cartelli, striscioni e soprattutto volti giovani, decisi a non lasciare che la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne passasse inosservata.
Si sono dati appuntamento alla Lizza quelli del Liceo artistico Duccio di Buoninsegna, armati di slogan scritti a mano e di voci pronte a farsi sentire. Hanno improvvisato un flashmob: pochi minuti di silenzio, poi le parole, forti e chiare, al megafono. “Ragazze, ragazzi, ribelliamoci a un’idea di maschilità che non mi e non ci appartiene, quella della dominazione non è amore”. Nessuno si è tirato indietro: hanno raccontato esperienze, letto pensieri, condiviso storie vere che troppo spesso restano chiuse tra le mura di casa.

Intanto, dall’Istituto Piccolomini, è partito un corteo ordinato che da Sant’Agostino è arrivato fino a Piazza della Posta. Qui le due scuole si sono unite, formando un unico serpentone, scortato con attenzione da Polizia Locale, carabinieri e Polizia di Stato. “Sarò libera quando tutte saremo libere”, si leggeva sullo striscione portato dal collettivo Piccolomini, sintesi di una volontà che oggi le nuove generazioni sentono nella propria pelle.

La marcia è proseguita fino in Piazza del Campo. Davanti a Palazzo Pubblico, studenti, insegnanti, cittadini e rappresentanti delle istituzioni – tra cui la consigliera capogruppo del Pd, Anna Ferretti – hanno ascoltato in silenzio le parole dei ragazzi e delle ragazze. Qualcuno ha pianto, qualcuno ha applaudito.

“Non dobbiamo rimanere zitti, non si può restare inermi di fronte a chi umilia e controlla. Dobbiamo impegnarci tutti insieme per lasciare in eredità una società diversa da quella violenta di oggi”, ha detto Alessandro del Piccolomini.
Emma, dell’Artistico, racconta: “È stata una bella mattinata e una bella manifestazione. È andata molto bene, abbiamo avuto un riscontro molto positivo sia da parte degli studenti che degli insegnanti. La partecipazione è stata attiva sia durante la lettura dei testi che nell’esposizione degli elaborati, oltre a raccontare le proprie esperienze personali. Devo dire che la nostra scuola ci sostiene molto e si occupa di trattare queste tematiche. Infatti, se non ci fosse stata la collaborazione da parte della scuola, non sarebbe stato possibile organizzare una giornata evento direttamente con l’istituto. In generale – ha detto ancora la studentessa – le tematiche di attualità vengono trattate da noi con molta attenzione e con un’adeguata informazione. Quindi penso che, tra gli studenti, queste dinamiche siano molto sentite, non solo per merito nostro personale, ma anche grazie al bellissimo ambiente in cui ci troviamo. Vorrei che molte più scuole fossero come la nostra, dove queste realtà sono possibili”.

La manifestazione si è chiusa come era iniziata: senza rumore, ma con la convinzione che la battaglia contro la violenza sulle donne è fatta anche di giorni come questo, dove la voce dei ragazzi diventa il modo più semplice e diretto per ricordare che il rispetto non è un’opinione, e la libertà non si negozia.
