Una frase scritta di impulso sui social può costare cara. Lo ha stabilito oggi il Tribunale di Siena, dove il giudice monocratico Simone Spina ha condannato una commerciante senese a pagare quasi ventimila euro fra multa e risarcimento danni a Maurizio Forzoni, ex consigliere comunale di Siena, finito nel mirino di un commento diffamatorio pubblicato su Facebook nel settembre 2019.
L’udienza – che si è aperta questa mattina nell’aula Vannini – ha visto chiamati a deporre lo stesso Forzoni, un sottufficiale di polizia, autore delle indagini, e un testimone che ha confermato la presenza e il contenuto del post. I legali Alessandro Betti, per la parte civile, e Riccardo Cavezzini del foro di Grosseto (sostituito da una collega), in difesa dell’imputata, si sono confrontati sulle rispettive posizioni, rispondendo anche alle domande del vice procuratore onorario Alberto Bancalà.
La vicenda prende le mosse da un articolo pubblicato da una testata online locale, che riportava la notizia della revoca dell’incarico a Forzoni da parte del sindaco nel settembre 2019. Sotto quel post, sulla pagina Facebook della testata, la commerciante aveva definito Forzoni “delinquente incallito”. Parole che, secondo il giudice, hanno superato il limite della libera opinione, configurando una diffamazione aggravata per la platea pubblica a cui erano destinate.
Forzoni, in aula, ha raccontato di aver appreso dell’insulto tramite uno screenshot ricevuto da un familiare. Dopo aver contattato l’autrice via Messenger per annunciare la querela, si è rivolto alle autorità. Il sottufficiale di polizia ha illustrato come, anche tramite un contatto telefonico, sia stato possibile risalire rapidamente all’identità della responsabile.
Il pubblico ministero ha chiesto una multa di 600 euro, vista l’assenza di precedenti, mentre la parte civile ha sottolineato la portata dell’offesa e le conseguenze su chi, come Forzoni, rivestiva anche un ruolo pubblico oltre alla dignità personale. La difesa ha chiesto l’assoluzione, parlando di commento breve e non gravemente lesivo.
La sentenza è arrivata dopo mezzora di camera di consiglio ed è stata pesantissima: 4.500 euro di multa (commutando sei mesi di reclusione), 10.000 euro di risarcimento danni e 3.000 euro di spese legali a favore di Forzoni. Il giudice ha motivato la decisione definendo il commento “molto grave”, con un impatto diretto sulla reputazione della parte offesa. Una condanna che conferma come anche poche parole, se pubblicate in rete, possano lasciare segni profondi e richiedere risarcimenti pesanti.
Andrea Bianchi Sugarelli