Siena: "Vecchietta al Santa Maria della Scala. Una nuova visione per il Complesso museale"

Il complesso museale Santa Maria della Scala decide di riordinare alcune delle proprie sale a partire dalla figura dell’artista che più profondamente vi ha operato

Di Redazione | 21 Ottobre 2025 alle 9:00

Siena: "Vecchietta al Santa Maria della Scala. Una nuova visione per il Complesso museale"

A poco più di seicento anni dalla nascita di Lorenzo di Pietro, detto il Vecchietta (Siena, 1410 –1480), il complesso museale Santa Maria della Scala decide di riordinare alcune delle proprie sale a partire dalla figura dell’artista che più profondamente vi ha operato.

Il nuovo allestimento non solo mette in luce l’importanza storica del Vecchietta, ma restituisce anche un contesto coerente e significativo all’Istituzione che ha rappresentato il suo principale committente lungo tutto il corso della sua vita.

Il progetto nasce da un’idea di Cristiano Leone Presidente della Fondazione e vede la curatela di Giulio Dalvit Associate Curator alla Frick Collection di New York, e comprende anche la pubblicazione della prima monografia critica dedicata all’artista dal 1937, dal titolo Vecchietta, sempre a cura di Giulio Dalvit con la collaborazione tra la Fondazione Antico Ospedale Santa Maria della Scala e la Frick Collection di New York.

Il volume edito da Paul Holberton Publishing di Londra, sia in italiano che in inglese, ripercorre l’intera opera dell’artista, restituendone il profilo in una prospettiva storiografica aggiornata e internazionale.

Il Vecchietta lavora per oltre cinquant’anni per l’Ospedale. Le sue opere – dall’affresco del Pellegrinaio, agli affreschi della Sagrestia Vecchia, fino al ciborio bronzeo, oggi in Cattedrale – non si limitano a decorare: costruiscono una visione e danno forma a un’identità.

È da questa consapevolezza di un rapporto unico e fondativo che muove il nuovo allestimento delle sale monumentali dell’Ospedale. La Sagrestia Vecchia (con l’Arliquiera riposizionata) ritrova la sua funzione di reliquiario architettonico e i suoi affreschi sono resi di nuovo leggibili; il Cristo bronzeo della Santissima Annunziata, uno dei vertici della scultura italiana del Quattrocento, è per la prima volta osservabile da vicino. Il Pellegrinaio torna al centro della visita sgombrato da allestimenti che agli occhi di oggi sembravano troppo invadenti.

 

 

 

 



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