Distilleria Deta ha dovuto sospendere fino al 16 Maggio l’attività dei forni a causa del superamento del limite consentito di 3.400 unità odorigene per metro cubo. Il Comitato per la Tutela e la Difesa della Val d’Elsa plaude a questa decisione da parte dell’Arpat e della Regione, ma resta alta l’attenzione per il futuro.
Il tentativo di contenere la problematica dei cattivi odori generati dalla distilleria Deta in Val d’Elsa a seguito della fase di espansione, ampliamento aziendale e aumento delle giornate lavorative portati avanti dalla nuova proprietà, non è andato a buon fine. Massima attenzione da parte del Comitato per la Tutela e la Difesa della Val d’Elsa, che da un anno e mezzo si batte contro i fumi e gli odori insopportabili emessi dall’impianto, soddisfazione per la decisione presa da Arpat e Regione che hanno fermato almeno fino a lunedì i lavori di abbruciamento delle vinacce.
“Fino al 16 devono portare interventi efficaci a ricondurre le concentrazioni di odore entro i limiti previsti – spiega a Siena Tv Antonella D’Isanto, presidente Comitato per la Tutela e la Difesa della Val d’Elsa – Arpat il 17 mattina andrà a valutare la situazione e se servono accorgimenti, ci sarà un contraddittorio”.
La battaglia dei membri del Comitato però non finisce qui, infatti resterà molto alta la loro guardia perché vengano rispettati i limiti di unità odorigene consentite ma anche perché intervenga la Asl per fare chiarezza se i fumi e gli odori prodotti siano nocivi alla salute o meno. “Andremo avanti e continueremo a chiedere i dati ad Arpat e interpelleremo l’Asl per capire se ci sono problemi per la salute”.